Il giallo delle ordinanze: è slalom fra 134 Comuni

I pasticci del capoluogo e la pletora di sindaci: partono i divieti ma l’hinterland è una giungla di regole difficili da districare

Oggi scattano le prime misure anti-smog, con lo stop alla circolazione dei diesel Euro 3 senza filtro anti-particolato. Le auto private non potranno circolare dalle 8.30 alle 18, i veicoli commerciali dalle 7.30 alle 10. Inoltre i riscaldamenti degli edifici pubblici e delle case dovranno essere abbassati di un grado (da 20 a 19) e i negozi dovranno tenere chiuse le porte di ingresso.
Ma gli automobilisti sapranno districarsi nella giungla di divieti e confini comunali? A poche ore dall’entrata in vigore delle ordinanze erano 35 sindaci (su 80 favorevoli al tavolo degli 85 partecipanti) ad aver firmato l’ordinanza comunicandolo alla Provincia. Spesso centri grandi o medi: Sesto San Giovanni, Rho, Magenta, Cologno, Cinisello, Cernusco. Altri si aggiungeranno nelle prossime ore. Ma chi stamani ha preso l’auto per arrivare a Milano, o in un altro centro, dovendo magari attraversare altri confini comunali, con regole diverse e spesso sconosciute, avrà messo in conto la possibilità di beccare una multa.
La Provincia ha tentato una rapida operazione di coordinamento, con il presidente Guido Podestà e l’assessore Cristina Stancari. E considera «un grande risultato» aver spostato la discussione sull’area metropolitana, coinvolgendo nella decisione i 134 sindaci, ma il pasticcio combinato dal Comune era difficile da rimediare. Prima Palazzo Marino ha adottato un’ordinanza rigidissima che prevedeva la chiusura alle auto della cerchia dei Bastioni, poi al momento di applicarla, dopo un’enfatica lettera del sindaco Giuliano Pisapia ai cittadini, si è (giustamente) spaventato per gli effetti che avrebbe avuto sulla vita della città - a maggior ragione sotto Natale - e l’ha ritirata scontentando tutti. Ieri Milano ha messo in archivio anche il suo sedicesimo giorno consecutivo di smog fuorilegge. Le centraline del capoluogo anno registrato medie di concentrazione di Pm10 che sono oltre il doppio dei 50 milligrammi per metro cubo consentiti: 100 in via Senato e in Città Studi; 109 al Verziere. Senza variazioni climatiche c’è da immaginare che l’emergenza non sia destinata rientrare.
Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ieri ha confermato uno scetticismo di cui «Il Giornale» ha dato conto fin dal giorno della sua nomina. «I Comuni ci provano e cercano di fare quello che possono - ha detto - ma non ce la faranno. Servono misure infrastrutturali».
D’accordo Podestà: «Riconosco nelle parole del ministro ciò che vado dicendo da tempo, ovvero la necessità sin da subito di affrontare il tema della modernizzazione delle infrastrutture sia quelle riguardanti il trasporto pubblico sia quelle dedicate alle movimentazione delle merci».

«L’obiettivo - ha aggiunto - è proprio riuscire a intercettare i 700-800mila autoveicoli che ogni giorno entrano a Milano percorrendo, in larga percentuale, le Tangenziali». Per Podestà insomma si deve «pianificare in tempi strettissimi il prolungamento delle metropolitane sempre più verso l’esterno» e parcheggi di interscambio.

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