Aspettava con ansia il giorno in cui avrebbe compiuto 18 anni: la patente, la prima auto, un bel lavoro e, perché no, anche un amore da vivere giorno dopo giorno. Aspetti della quotidianità che però Christian non potrà vivere, lui non sarà mai maggiorenne.
È morto il 31 dicembre, mentre per le strade si festeggiava il nuovo anno. È morto tre mesi prima di festeggiare il suo compleanno. Storia di lacrime ma anche di dolore a cui i parenti del ragazzo, residente in un quartiere alla periferia di Cinisello Balsamo, aggiungono tanta, troppa rabbia. La famiglia Bernardi, infatti, ancora non sa perché il giovane sia morto. «A Natale ha incominciato a sentire delle forti fitte allo stomaco - spiega la zia -. Allinizio di dicembre era già stato dimesso dallospedale San Paolo di Milano. I medici credevano fosse semplicemente una gastroenterite. Peccato però che da quel momento è iniziato per mio nipote un calvario». E vai con lelenchino del «calvario»: il ricovero allospedale di Desio, loperazione, il coma, larresto cardiaco e, infine, unultima disperata operazione dove gli hanno tolto parte dellintestino, che «era andato un putrefazione». Secondo i familiari, fin dal 28 dicembre, «era chiaro che il diciassettenne non era seguito a sufficienza. Era diventato cianotico e per ore non ha mai smesso di vomitare». La sera di Capodanno, mentre tutti festeggiavano, la famiglia piangeva il proprio ragazzo, morto dopo «un giorno di coma». Per la mamma Stefania e la zia di Christian un caso di malasanità, sostantivo che mai si pensa di dover declinare per i propri cari. «Me lo hanno ammazzato. Ora devono pagare» dicono tra le lacrime. La famiglia, infatti, ha chiesto laiuto di un avvocato. Ieri, lesposto alle forze dellordine. «Non mi vogliono consegnare la cartella clinica - dice la madre -.
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