Il giallo di Gradoli: ipotesi di rapimento per le due moldave

SOSPETTI Indagato Paolo Esposito, 36 anni, il convivente italiano di Tatiana Ceobon

Il giallo di Gradoli: ipotesi di rapimento per le due moldave

Giallo a Gradoli. Individuati nelle campagne vicino il paese i cellulari delle donne scomparse. Non solo. Indagato il convivente di Tatiana Ceoban, Paolo Esposito, di 36 anni. Il reato ipotizzato? Top secret, anche se voci non confermate parlano di altro, di fatti assai più lontani nel tempo e che risalirebbero a una presunta relazione dell’uomo con la sorella di «Tania».
La Procura di Viterbo, intanto, ha aperto un fascicolo per sequestro di persona. Almeno per ora. In attesa dell’arrivo del Ris, il raggruppamento scientifico dell’Arma, sono stati apposti i sigilli alla villetta dell’elettricista, il padre della seconda figlia della moldava, affidata ai nonni paterni. Ottenuta l’autorizzazione del pm Petroselli, gli esperti si metteranno alla ricerca di tracce di sangue o altro in grado dare una svolta alla scomparsa della badante di 36 anni e della figlia maggiore Elena, 13 anni, sparite dopo aver lasciato a casa una cassetta acquistata per filmare la recita di fine anno della piccola. Perizie, inoltre, sui pc e video rinvenuti in casa. Insomma, quella che poteva sembrare una fuga da ieri ha preso una brutta piega. I telefoni di madre e figlia, svanite dal pomeriggio del 30 maggio, pur risultando spenti da 14 giorni sarebbero ancora nel raggio d’azione di una «cella», un ripetitore, situata appena fuori il paese di 1500 anime. Dove? Nella riserva naturale che porta al lago di Bolsena. Una ricerca non facile in quanto la zona coperta si estende per decine di ettari e il segnale trasmesso dalle batterie ancora inserite è debole. Vittime di un feroce assassino o di un incidente? Le indagini dei carabinieri vanno in più direzioni: dal rapimento da parte del primo convivente, moldavo, di Tatiana, padre naturale di Elena, a un tragico epilogo dopo una lite. Di certo la nuova famiglia della donna era giunta al capolinea. Sicuramente la donna non avrebbe abbandonato la figlia piccola, 6 anni, la madre appena operata in un ospedale bolognese, il proprio lavoro. Dai primi riscontri nessun movimento bancario effettuato da quel maledetto sabato della scomparsa.

Il passaporto di Elena, poi, risulta scaduto per cui difficilmente avrebbero oltrepassato la frontiera, magari dirette in Moldavia. Per non parlare degli impegni della 13enne. Una studentessa modello: le insegnanti della media statale «Cardinal Salotti», scuotono il capo: «Non sarebbe mai mancata da scuola senza un valido motivo».

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