Il giallo scientifico di una medicina fatta in casa

da Milano

È ancora utilizzato il cosiddetto «olio di Lorenzo», il trattamento a base di acido erucico per trattare i malati di adrenoleucodistrofia (Adl) la rara malattia di Lorenzo Odone. Dopo anni di studi e controversie l'olio di Lorenzo, terapia «fatta in casa» dai genitori sembra avere avuto il suggello scientifico alla sua efficacia. A darglielo la pubblicazione su New Scientist dei risultati di due studi condotti dal 1989 al 1999 su 105 bambini colpiti dalla malattia, ma ancora senza segni evidenti.
«Anche se il trattamento non è risolutivo - spiega il professor Enrico Bertini, neurologo dell’unità per lo studio e il trattamento delle malattie neurodegenerative dell’ospedale Bambino Gesù di Roma - il cosiddetto olio di Lorenzo viene utilizzato per cambiare la composizione di alcuni acidi grassi nel sangue, i quali sono coinvolti nella Adl».
Grazie agli studi biochimici di Hugo Moser della Johns Hopkins University spinti fortemente dal padre e dalla madre di Lorenzo, Augusto e Michaela, si è visto che nei malati c’è un eccesso di acidi grassi a lunga catena nel sangue che danneggiano il rivestimento dei nervi e del cervello. Ma mentre una parte di tali acidi grassi viene assunta con alcuni alimenti (che vengono eliminati dalla dieta dei malati) un’altra quota viene prodotta dall’organismo.

E l’acido erucico contenuto nell’olio di Lorenzo ha la capacità di limitare proprio la produzione endogena dei grassi a lunga catena diminuendo così la concentrazione di tali sostanze nel cervello. Tra le prospettive di terapia della Adl vi è la terapia genica che ha l’obiettivo di correggere il difetto di alcune cellule e reinserire con trapianto le cellule modificate nel sangue per ristabilire le funzioni.

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