Il giallo del Vigile gay al Grande Fratello

Sarebbe Fabrizio Caiazza. Il Comando di Milano: nessun permesso. La Endemol smentisce

Il giallo del Vigile gay al Grande Fratello

Milano - Intanto lui tace. Fabrizio Caiazza, vigile del reparto radiomobile della Polizia locale di Milano, non conferma né smentisce di essere nel cast del prossimo Grande Fratello, in onda da lunedì su Canale 5. D’altronde, se anche fosse, non potrebbe farlo: la Endemol, società produttrice, obbliga tutti i concorrenti al massimo riserbo. Il cast sarà annunciato soltanto in diretta tv durante la prima puntata in uno di quei momenti che, tradizionalmente, raggiungono indici di ascolto molto alti.

Però il passaparola è spietato.

E nelle ultime ore il nome di Fabrizio Caiazza gira alla velocità della luce perché, oltre a essere un vigile urbano, lui è anche un gay che la scorsa estate ha vinto un concorso di bellezza per omosessuali esibendo una sua foto in divisa. A suo carico è subito scattato un procedimento disciplinare di cui si è occupata una commissione del Comune di Milano e adesso, nel cono di luce del Grande Fratello, tutto naturalmente si amplifica. Il Comando dei vigili urbani di Milano non ha concesso alcun permesso a partecipare alla gara televisiva anche perché, come dicono alcune fonti, non è stato nemmeno chiesto. «Per noi non è una questione di decoro - afferma invece Roberto Miglio, storico rappresentante sindacale delle Rsu dei vigili urbani di Milano -, può fare quello che vuole». I colleghi di Caiazza affermano che «lui smentisce tutto, anche di essere tra i concorrenti». E se dagli ambienti della Endemol non arriva nessuna conferma, anzi circola qualche timida smentita, da quelli politici si leva qualche voce nettamente sfavorevole. «Va radiato», dice Pier Gianni Prosperini, vulcanico assessore alla sicurezza della Regione Lombardia. «Non va radiato perché è gay - spiega l’assessore - ma perché va al Grande Fratello. Dove sono finiti i ghisa di Milano? Non è un buon esempio per la città né per gli altri vigili».

Di tenore opposto il commento di Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay: «Se davvero Fabrizio andrà al Grande Fratello sarà un bene: è macho, è bello, farà piazza pulita degli stereotipi su di noi». Per sapere se davvero ci sarà, ormai manca poco.

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