Il vicepresidente della Lombardia, Andrea Gibelli, è soddisfatto dellaccordo sul federalismo fiscale raggiunto da Stato e Regioni. E se il presidente lombardo, Roberto Formigoni, ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa con i colleghi governatori «faciloni» (che non nomina ma è facile riconoscere nei leghisti Roberto Cota e Luca Zaia) colpevoli di non essersi battuti per limitare i tagli decisi con la manovra, il leghista Gibelli invece sottolinea che si tratta di una «vittoria di tutti».
«Una giornata positiva a coronamento di un semestre di grande impegno»: così il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, aveva commentato lintesa sul decreto sul federalismo fiscale regionale raggiunto oggi a Roma in Conferenza Unificata. «Dopo mesi di trattative - dice Formigoni - abbiamo finalmente superato il grave empasse che si era aperto fin dal mese di giugno tra lo Stato e le Regioni, causato dalla manovra finanziaria nazionale. Abbiamo fatto bene a tenere duro a non deflettere mai dalla difesa delle nostre ragioni e anche dalla volontà di dialogo e di raggiungere un accordo con il Governo». «Laccordo - ha rivendicato il governatore - è stato raggiunto sulla base della proposta formulata 15 giorni fa da Regione Lombardia, nota anche come lodo-Colozzi e questo ci ha permesso anche di raggiungere unintesa sul federalismo fiscale».
«Esprimo grande soddisfazione - ha detto invece Gibelli - per lesito positivo del confronto: come già anticipato a luglio, esso non era e non è a rischio.
Gibelli: «Il federalismo? Non è mai stato a rischio»
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