Ogni anno si registra una crescita del 20-30%, gli interventi di protesi danca sono in Italia oltre ventimila allanno. Sono 70mila quelli di protesi danca. Questo dato, rapportato con lincremento del 2-5% annuo per gli impianti di protesi di anca, testimonia lenorme espansione della richiesta di questi interventi che ridanno mobilità ed eliminano il dolore. La chirurgia protesica del ginocchio ha registrato in questi ultimi anni progressi superiori alle aspettative. Ha ridato qualità alla vita di migliaia di anziani. «Impieghiamo tecniche chirurgiche mini invasive ormai consolidate e soprattutto abbiamo adottato biomateriali ad alta compatibilità e bassissima usura nel tempo, che consentono al paziente il ritorno ad una piena attività non solo lavorativa, ma anche sociale e sportiva», ricorda Domenico Siro Brocchetta, direttore del reparto di chirurgia protesica del ginocchio e dellanca del Policlinico di Monza, precisando che sono oltre 4 milioni gli italiani che soffrono di artrosi, e non si tratta sempre di anziani. La diagnosi precoce aggiunge - è fondamentale per intervenire nella fase iniziale dellevoluzione della patologia». Brocchetta, dopo la laurea e la specializzazione a Milano, ha studiato a Boston, negli Stati Uniti, in uno dei Centri ortopedici più avanzati. Nel campo della chirurgia protesica del ginocchio ha la maggiore casistica italiana di trapianti cartilaginei. E stato il primo al mondo ad eseguire un innesto autologo di condrociti senza la copertura del periostio. «Finché la cartilagine cè, anche se molle (condropatia) - afferma - si ricorre ad un trattamento a base di antinfiammatori e a cicli di fisioterapia. Quando invece si individuano zone in cui la cartilagine risulta diradata oppure manca, possono essere prese in considerazione specifiche soluzioni operative. Attualmente, la chirurgia ortopedica propone soluzioni efficaci per almeno 4 livelli di gravità. Quando la lesione non supera i 10 cm quadrati, lintervento di elezione è il trapianto autologo di cartilagine, che ha una percentuale di successi del 90 per cento. Questa procedura conservativa - aggiunge Brocchetta - oggi si è molto evoluta: le cellule del tessuto, prelevato artroscopicamente e coltivato in laboratorio, vengono aggregate in microsfere ad elevatissima adesività e reimpiantate nelle aree interessate. Lartrosi del ginocchio, in particolare, coinvolge spesso anche i giovani (in questi casi, la pratica intensiva di attività agonistiche e di sport usuranti a carico dellarticolazione è spesso alla base dellinsorgenza della patologia.
«Lintervento di protesizzazione dellarticolazione del ginocchio rappresenta precisa Brocchetta - la soluzione definitiva a patologie come lartrosi, un processo degenerativo delle cartilagini che provoca forti dolori ed immobilità. Per le forme evolutive e invalidanti la terapia chirurgica rappresenta lunica chance di cura risolutiva. I risultati funzionali delle artroprotesi sono eccellenti nella quasi totalità dei casi (94%), con il ripristino del corretto asse dellarto, il recupero completo del movimento e dellautonomia e la scomparsa del dolore. Oggi si progettano protesi sempre più efficaci, che consentono movimenti simili a quelli naturali. Sono ben tollerate aggiunge Brocchetta, e sono impiantabili con un intervento non demolitore, assicurando comunque la stabilità del ginocchio». Brocchetta è convinto che anche nella chirurgia protesica del ginocchio i risultati positivi che si ottengono sono soprattutto una conseguenza dellesperienza e della professionalità delchirurgo e della sua equipe. Il numero di casi affrontati è determinante nel far crescere la professionalità. Le alterazioni regressive della cartilagine, purtroppo, non sono reversibili. Non esiste nessuna terapia medica capace di ridurre lartrosi. Per quella che colpisce il ginocchio bisogna camminare poco e usare uno o due bastoni. Come terapia collaterale, ovviamente non risolutiva, vengono usati vari tipi di fisiochinesiterapia e di riabilitazione». Dopo lintervento chirurgico i tempi di recupero sono veloci.
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