Giochi olimpici, Roma ringrazia Rio Alemanno: noi candidati per il 2020

Giochi olimpici, Roma ringrazia Rio Alemanno: noi candidati per il 2020

Roma 2020, se po’ ffa’. La decisione presa ieri a Copenaghen dai delegati del Cio di assegnare i Giochi Olimpici 2016 a Rio de Janeiro e non a Madrid, che glieli ha contesi fino all’ultimo, apre le porte a una possibile candidatura di Roma all’edizione successiva. Una doppietta europea (Londra 2012-Madrid 2016) avrebbe infatti reso improbabile, per i criteri geopolitici che governano queste assegnazioni, una terza Olimpiade nel vecchio continente. Così, invece, nulla osta.
Canta «forza Brasile» per primo il sindaco Gianni Alemanno, che sposa subito l’idea del presidente del Coni: «Credo che Petrucci abbia fatto bene a manifestare un interesse per l’Italia e credo che Roma debba avanzare la propria candidatura per i Giochi del 2020. Dopo più di mezzo secolo dalle fantastica edizione del 1960 possiamo sognare di portare gli anelli olimpici nella capitale d’Italia». D’accordo con lui anche il presidente della Regione Piero Marrazzo: «Sono certo che un lavoro in comune possa rendere questa, una candidatura molto forte e vincente».
Il rischio però è ora quello di un derby fratricida. Malgrado l’appello di Alemanno («chiedo a tutto il Paese di compattarsi attorno alla scelta di Roma, città naturalmente olimpica») si è già fatta avanti anche Venezia, per voce del sindaco Massimo Cacciari. E così rischia di riproporsi quella sfida Roma-Veneto che proprio ieri nel rugby ha visto vincere i secondi: Treviso è infatti stata preferita a Roma per la seconda franchigia italiana alla prossima Celtic League, che per la prima volta vedrà impegnate anche sue squadre del nostro Paese.

Uno schiaffo che è stato maldigerito nella capitale, al punto che il delegato allo Sport del Campidoglio, Alessandro Cochi, è giunto a ipotizzare di «ridiscutere la destinazione dello Stadio Flaminio quale casa del rugby». Sarà una vendetta a cinque cerchi per la Città eterna?

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