Giorgio Manganelli, drammi da un luogo imprecisato

Una serata interamente dedicata a Giorgio Manganelli, quella in programma stasera al Teatro “i” (a partire dalle 18, ingresso libero): per ricordare uno dei più grandi scrittori italiani del secondo Novecento (nato a Milano nel 1922, scomparso a Roma nel 1990), la cui attività drammaturgica è stata però considerata talmente secondaria da venire spesso rimossa, nonostante la cospicua produzione manganelliana di testi per il teatro. In occasione dell’uscita in libreria del volume Tragedie da leggere (Bompiani, pagg. LXI+297, euro 10,20, a cura di Luca Scarlini) che pubblicando tutti i testi per il teatro di Manganelli - da Hyperipotesi, frutto della primissima produzione dell’autore, fino al più noto Cassio governa a Cipro del 1977 - ristabilisce la “verità” sull'impegno dell'autore milanese in ambito teatrale, il Teatro “i” organizza la lettura scenica di In un luogo imprecisato, uno dei testi della raccolta. La lettura sarà preceduta da un dialogo tra la figlia di Giorgio, Lietta Manganelli (che ha conosciuto il padre solo all’età di 17 anni, ma che da allora creò con lui un sodalizio e un amicizia che andavano al di là del fatto che si trattasse di padre e figlia) e il critico Luca Scarlini.
L'ideazione di questo testo è semplice, ma al contempo efficace: in un aldilà abitato da voci, che ha qualche somiglianza con l’inferno «borghese» di A porte chiuse di Jean-Paul Sartre, si continua a sentire bussare, ripetutamente, continuamente. Il dramma presenta molte affinità con altri testi dello scrittore, che dalla prima opera Hylarotragoedia, del 1964, all'ultima, La palude definitiva pubblicata postuma nel 1992, passando per Discorso sulla difficoltà di comunicare con i morti, apparso sul «Menabò» del 1965, ha spesso immaginato e descritto con ricchezza di particolari scenari oltremondani, non-luoghi, personaggi dall'identità fluttuante e imprecisabile, impegnati a trascorrere il tempo in giochi di linguaggio e di pensiero. Da segnalare che nel 1974 la Rai presentò il radiodramma al Premio Italia del 1974 con due interpreti eccellenti: Carmelo Bene (che interpretò tutti i ruoli maschili) e Lydia Mancinelli.

Tuttavia l'opera non ottenne riconoscimenti, ma l'esperimento suscitò una tale attenzione che la Rai decise di lasciare spazio per un altro tentativo successivamente intitolato High Tea, uno straordinario tè del cappellaio mai rappresentato e il cui testo però è pubblicato nel nuovo libro di Bompiani.
In un luogo imprecisato
Questa sera, ore 18
Teatro “i”, via G. Ferrari
Info: 02.8323156

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