La giornalista confidente di Veronica che ora ricicla il fango su Berlusconi

Come una bricconcella che torna sul luogo del delitto, Maria Latella ci racconta la «vera storia» della lite fatale tra il Cav e Veronica Lario. Esce infatti fra tre giorni la riedizione di Tendenza Veronica (2004), biografia latellesca di madame Berlusconi, con un capitolo nuovo dedicato alla crisi coniugale post Noemi.
Per Maria, giornalista brava e orgogliosa, è anche il tentativo di mettere la toppa su un infortunio professionale. Considerata da lustri massima esperta del più intimo sospiro di Veronica, Latella si distrasse proprio nei giorni della crisi (fine aprile, primi di maggio). Gli eventi la sorpresero ignara e il suo giornale, il Corriere delle Sera, prese un buco oceanico, ribattezzato in redazione Fossa delle Marianne. Il giornale dovette andare a rimorchio dei quotidiani rivali, con grande imbarazzo del direttore Ferruccio De Bortoli. Pare che, nonostante sia uomo mite, avesse in mente di mangiarsi Latella. Accantonò però il progetto per non guastarsi la silhouette alla vigilia delle vacanze al mare.
Furono per Maria e il Corsera giorni di tregenda. Il buco si manifestò in tre tappe. La storia della presenza del Cav alla festa della diciottenne Noemi apparve su Repubblica. Il resto della stampa dovette rincorrerla il giorno dopo. La reazione di Veronica, con gli accenni sprezzanti alle donne senza veli del consorte, fu diffusa dall’agenzia Ansa. Latella, che in altri tempi sarebbe stata la prima a saperla e a darne notizia in esclusiva, ignorava invece tutto. La terza botta fu la più terribile. Repubblica e La Stampa, domenica 3 maggio, uscirono con l’annuncio che la first lady chiedeva il divorzio. De Bortoli cadde in deliquio, la giornalista in depressione. La sua fama di veronicalariologa era stata scossa dalle fondamenta.
Da allora, Latella non ha pensato che alla riscossa. Si è attaccata alle ampie vesti di Veronica e non l’ha più mollata. Ogni impressione avuta standole vicina, Maria l’ha pubblicizzata cercando di riconquistare la perduta supremazia informativa sulla dama. È stata lei a dirci nei giorni successivi che sulla decisione di divorziare non ci sarebbero stati ripensamenti. Intervistata da Sky 24, la tv dove ha una sua rubrica bisettimanale, Latella ci ha spiegato, col tono di una stretta parente angosciata, che «purtroppo la decisone è irrevocabile».
Pur avendo ripreso le redini della situazione, Latella sentiva che doveva fare di più per recuperare. Di qui, la decisione di aggiornare il suo vecchio libro col nuovo capitolo. Il Corriere, pur così deluso con la sua firma, ne ha dato ieri un’anticipazione. Con dovizia di particolari, rilevando a ogni riga la sua continua presenza accanto a Veronica, Maria ci fa conoscere il pensiero della signora sull’ex marito. Tra i consigli che gli dà, stando all’autrice, un bel soggiorno «in una clinica specializzata nella cura della dipendenza dal sesso».
Lungi da me farne una questione di eleganza, ma non posso tacere la mia ammirazione per Maria. Per la grinta innanzitutto, ma anche per la simpatica faccia tosta di scrivere oggi come se fosse stata sempre al corrente di ogni cosa. Quando invece, nel momento in cui sarebbe stato giornalisticamente interessante che sapesse tutto, non sapeva assolutamente niente. Diciamo che questo capitolo super informato destinato nelle intenzioni a cancellare la magra figura di maggio è, psicologicamente parlando, un peccato di orgoglio. Quanto agli effetti, detto alla veneta, un tacòn peggiore del buso.
Maria è stata la vittima di se stessa. Era effettivamente la meglio piazzata per informarci sulla first lady. La conosce da 18 anni, da quando il suo ex direttore Paolo Mieli la mise alle costole delle prime donne d’Italia. Un genere giornalistico noto nella stampa anglosassone col nome di «wifing» - moglismo, si potrebbe tradurre - che Latella ha praticato per prima nel Belpaese. Parte dal presupposto che ogni grande uomo ha al suo fianco una moglie degna di lui. Il debutto di Maria nella specialità coincise con l’ascesa politica del Cav. Di qui, il suo metodico tampinamento di Donna Veronica. Maria si attaccò poi con identico zelo anche a Flavia Prodi. Ma tra le due non nacque il feeling che si è invece manifestato all’istante con l’ex attrice Miriam Bartolini, in arte V. L. Le due donne, oggi entrambe sulla cinquantina, si sono frequentate, confidate, consigliate. Sono anche partite insieme per le vacanze, una mi sembra in Scandinavia. Si devono alla Latella, pare, i suggerimenti alla first lady di tenere il profilo basso, farsi vedere poco col marito, darsi toni progressisti. A lei, Lario confessò di avere fatto un aborto fuori tempo massimo.
Il libro Tendenza Veronica suggellò questa intimità tra la giornalista e la ricca signora, dando a Maria fama nazionale. Fu subissata di interviste su madame Berlusconi, di richieste da parte del suo giornale di informazioni esclusive, ecc. tanto da creare una curiosa identificazione tra le due. Ogni volta che vedevi Latella pensavi all’altra. Una perdita di identità che, col tempo, finì per infastidire Maria.
Diventata nel frattempo direttrice di A (Anna), settimanale del gruppo Corsera, Latella cercò di togliersi l’immagine di portavoce e consigliera. Alle insistenze del Corsera di scrivere l’ennesimo articolo su Veronica, Maria rispondeva sempre più imbronciata. Ho fatto io stesso l’esperienza, intervistandola, del suo corruccio. «Sei la più assidua con Veronica Lario. Reciproca predilezione?», chiesi ingenuamente. «Le piaceva come scrivevo. Condividevamo le impostazioni sulla vita», bofonchiò. Poi aggiunse brusca: «È la prima e ultima domanda cui rispondo su Veronica». «Oibò, perché?», feci. E lei, furente: «Faccio un lavoro diverso dall’essere l’intervistatrice di una sola persona. Dirigo un giornale, ho una trasmissione tv. Tutte cose che non c’entrano niente con Veronica». La cosa con me finì lì. Ma so che anche altri hanno subito il liscio e busso.
Consapevolmente, Maria diradò gli incontri con l’amica. Pensava ormai di avere concluso la sua parte. È così successo che altri si sono insinuati nel cuore della first lady e Latella ha cominciato a prendere buchi. Due anni fa, non lei ma Repubblica, ebbe la lettera in cui la signora protestava contro il marito reo di fare complimenti ad altre dame. Allora, i due si riappacificarono con una festa a sorpresa in Marocco e il dono di un collier che il premier in ginocchio fece alla moglie di fronte a una folla di invitati. Già in quell’occasione, Latella era assente.
Gli incidenti dei mesi scorsi hanno fatto capire a Maria che il suo destino è di affiancare Veronica finché resterà sulla cresta dell’onda. Non può mollarla senza danneggiare la sua immagine di prima wifing d’Italia. È la sua catena. Si rassegni.
Maria è una calabrese romanizzata. Nata a Reggio si è subito trasferita a Sabaudia dalla mamma. Ha poi vissuto a Genova dove si è laureata in Legge, si è sposata e ha avuto l’adorata Alice, oggi universitaria. Qui ha debuttato nel giornalismo al Secolo XIX. Suo Pigmalione è stato Giulio Anselmi, futuro direttore dell’Ansa, Messaggero e Stampa. Assunta al Corriere è andata a Roma, la città che sente sua. Separata, ha iscritto la figlia alla scuola tedesca e a 18 anni l’ha messa - con molto affetto, s’intende - fuori casa. «Come si fa ovunque all’estero. Il mammismo è un fenomeno tutto italiano», ha ripetuto spesso. Ha avuto un amore importante per un liberal di sinistra, etichetta che vale anche per lei. Il settimanale che dirige ha questa impronta e il motto «largo ai giovani». Ci collaborano destri e sinistri: Walter Veltroni, Marco Travaglio, Mario Giordano, Sandro Veronesi, per dire i più noti. Il giornale va discretamente e, in astratto, Maria potrebbe essere completamente felice.


Invece, è impiccata a donna Veronica e vive nell’angoscia che il suo prossimo lamento autunnale finisca sulle pagine della concorrenza. E se succede De Bortoli, ora che la sua figura in costume l’ha fatta, stavolta se la mangia davvero.

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