Giovani lucciole romene «comprate» e sfruttate Tre albanesi in manette

Le ragazze subivano violenze e sevizie. Tra gli aguzzini anche una coetanea delle vittime

Tre arresti per sequestro di persona, sfruttamento della prostituzione, lesioni e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono quelli messi a segno dagli investigatori della squadra mobile, sezione «criminalità straniera», al termine di un’indagine rivelatasi più complessa del previsto.
Tutto ha preso il via lo scorso settembre quando una pattuglia delle «Volanti» della polizia ha fermato per un controllo due prostitute in piazzale Bologna: Maria, 30enne e Nina 28enne, entrambe romene. Al termine dei controlli in questura gli agenti hanno ascoltato il racconto di Maria che, spontaneamente, ha voluto essere sentita per denunciare i suoi sfruttatori.
La donna era arrivata dalla Romania qualche tempo prima, portata qui da un connazionale, ed era ben conscia che veniva in Italia a fare la prostituta. Il connazionale, una volta giunta in stazione Centrale, aveva ceduto Maria a Nina (l'altra prostituta controllata in piazzale Bologna a settembre 2004, ndr) e al fidanzato albanese di quest’ultima. La coppia, insieme a un secondo complice albanese (il fratello di Nina), avevano quindi avviato le «procedure di rito» riservate alle neo-lucciole. E dopo aver ritirato il passaporto alla ragazza, l'avevano segregata in un appartamento e costretta a prostituirsi in piazzale Bologna insieme a Nina che doveva controllarla.
Dopo che Maria ha denunciato i suoi aguzzini, gli investigatori della Mobile l’hanno affidata a una comunità protetta dalla quale, qualche settimana dopo, però, la ragazza è fuggita, bloccando così le indagini. Di che cosa aveva avuto paura Maria al punto da indurla addirittura a fuggire dalla comunità? Niente di grave. Semplicemente la ragazza si era illusa di poter fare una vita normale. E poiché nel frattempo aveva conosciuto un ragazzo, anche lui romeno, erano andati a vivere insieme.
Insomma, Maria aveva cercato di ricostruirsi una vita. Niente di più difficile quando hai a che fare con degli albanesi, gente che non dimentica il torto subìto e, soprattutto, un «affare» perso. Qualche tempo dopo, infatti, gli aguzzini hanno incontrato per caso la ragazza in corso Buenos Aires e non hanno esitato a condurla via con la forza, per riportarla di nuovo nell'appartamento e costringerla a prostituirsi di nuovo.
Anche Maria però è una dura. E fugge ancora.

Stavolta, però, si guarda bene dal restare nelle vicinanze: i poliziotti la ritrovano solo alcune settimane fa a Bari durante uno dei loro controlli. Riaffidata la giovane alla squadra mobile di Milano, gli investigatori riprendono le indagini. E bloccano gli sfruttatori albanesi, entrambi di 26 anni e Nina.

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