Cronaca locale

Il giovedì notte in via Stendhal? «Fracasso, spaccio e degrado»

Il presidente di zona: «Si deve applicare la legge Maroni»

Via Stendhal, la febbre del giovedì sera. Fiumi di birra, rumore e schiamazzi fino alle 2 di notte da un paio di anni a questa parte hanno reso la vita dei residenti un inferno. C’è chi sta cambiando casa ed è ben felice, c’è chi ha messo i doppi vetri, chi passa le sue serate a chiamare inutilmente i vigili, chi ha cancellato dall’agenda degli appuntamenti il giovedì.
Il giovedì sera al «Boh!» è diventato un must per la movida milanese, complice anche la pinta di birra a prezzi scontati, solo 3 euro, con le ormai note conseguenze tanto che c’è chi parla di un «Montenero due», dove il mercoledì sera i giovani della «Milano da bere» si ritrovano davanti al «Mom». Macchine in seconda se non in terza fila, clacson che suonano all’impazzata per chi cerca invano di liberare la propria macchina. Impossibile anche per i mezzi Amsa, che proprio il giovedì sera dovrebbero fare la pulizia settimanale, e non riescono a passare. La via è letteralmente occupata da giovani universitari che chiacchierano, bevono e fumano incuranti della quiete pubblica. Un continuo via vai dentro e fuori dal locale di centinaia di ragazzi: chi festeggia i 30 anni di un amico, chi trascorre una serata come tante con gli amici, per la gioia dei proprietari che spillano un bicchiere dopo l’altro senza battere nemmeno uno scontrino. C’è chi avvolto dai fumi dell’alcol chiede in prestito la moto all’amico per fare un giro e rovina sul marciapiede terrorizzando fidanzata e amici, chi avvolge in nuvole di fumo l’intero parchetto di via Stendhal. C’è chi fuma marijuana e c’è chi spaccia, senza nemmeno nasconderlo troppo.
«La via è diventata sporca perché i mezzi Amsa non riescono a pulire per le macchine parcheggiate in seconda fila e per l’occupazione dell’intera via da parte dei ragazzi - dice una residente che abita al quarto piano -. Mi trovo a fare considerazioni che non ho mai fatto prima e dire che ho vissuto in molte città: come non poter prendere l’auto al giovedì perché non saprei dove parcheggiarla al ritorno. Abbiamo fatto un esposto che abbiamo inviato a tutti, dal vicesindaco al prefetto, ci hanno risposto che sono a conoscenza del problema. Non solo, abbiamo dovuto mettere i doppi vetri anche se abitiamo al quarto piano e d’estate tra rumore e fumo con le finestre aperte è impossibile dormire». «Io sto per cambiare casa e sono veramente contento di lasciare questa zona che sta diventando veramente invivibile», fa eco un altro.
«Sono due anni che continuo a mandare lettere agli uffici competenti - commenta amaramente Massimo Girtanner, presidente di zona 6 - ma non succede nulla, eppure l’articolo 6.

6 della legge Maroni permetterebbe di risolvere il problema: il sindaco infatti ha il potere di anticipare la chiusura dei locali in caso di inquinamento acustico o per particolari necessità dell’utenza. La colpa a questo punto è dell’Amministrazione che non interviene, nonostante le mie continue sollecitazioni. Mi sento in imbarazzo come presidente di zona perché impotente nei confronti dei residenti».

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