Giovedì parola al governo, venerdì al cda

da Milano

Il calendario è stretto, ma al ministero dello Sviluppo economico (che ne ha le competenze di legge) si sta accelerando il lavoro per la riforma della legge Marzano. Tra oggi e domani il nuovo testo dovrebbe essere messo a punto e venir trasmesso a Palazzo Chigi, che poi dovrà decidere se sarà proprio il Consiglio dei ministri di giovedì a varare la riforma. La regia, insomma, appartiene al governo. Sebbene non sia ancora definitivo, appare del tutto probabile che la nuova legge Marzano vedrà la luce proprio il 28, sotto forma di decreto legge, e quindi immediatamente efficace. In tempo perchè l’indomani, venerdì 29, il consiglio di amministrazione dell’Alitalia vi possa accedere. I tempi sono rigidi perchè il cda di Alitalia non può essere rinviato: i conti semestrali devono essere approvati entro agosto, e venerdì è l’ultimo giorno utile. Improbabile il ricorso a escamotage quali l’avvio della riunione e la sua sospensione, per prendere tempo.
Perchè le due azioni (cdm e cda) sono strettamente correlate? Perchè il consiglio della società dovrà prendere atto di conti in pesantissima perdita a giugno - le stime parlano di 400 milioni -, tali da non assicurare ormai la «continuità aziendale». Al cda (al quale il Tesoro avrebbe assicurato garanzie da azioni di responsabilità) non resterebbe dunque che chiedere il ricorso alle norme nuove di zecca sull’amministrazione straordinaria, ottenendo il commissariamento nell’arco di qualche giorno (la nomina del commissario spetta al ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola).

In base alla riforma, il commissario potrà negoziare e vendere rami d’azienda senza vincoli da parte dei creditori; potrà, in altre parole, vendere a terzi, e quindi alla newco, che farà subito le sue proposte, le parti buone di Alitalia, tenendosi le parti improduttive.

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