«Il Giro va a Verona, ma se Milano chiama...»

A questo punto controlla, amministra il vantaggio. Il vantaggio di avere la fila dietro la porta, di avere una città come Verona ai suoi piedi che chiede a gran voce l’atto conclusivo del Giro d’Italia. Da perfetto stratega, nonché profondo conoscitore di cose ciclistiche, Angelo Zomegnan, patron della corsa rosa, non si agita, come farebbe chi è in maglia rosa: devono essere gli altri a muoversi, ad andare all’attacco.
Lui, il patron della corsa più importante d’Italia, una delle perle dello sport mondiale, non può aggiungere più di quanto abbia già detto qualche giorno fa a il Giornale: «Togliamo il disturbo. Non possiamo permetterci di essere sopportati».
La reazione è stata immediata. Il Comune ha capito che un evento così non può essere lasciato andare via a cuor leggero. Il Giro d’Italia non è soltanto un evento sportivo, ma è molto di più. Riccardo De Corato ha replicato con fermezza: «Questo è un affronto che la città non merita». Alan Rizzi, presidente della commissione Sport, non è da meno: «Vogliono un grande evento? Milano è pronta ad organizzarlo».
Zomegnan sorride, e precisa: «L’evento c’è da qualche anno e si chiama Giro d’Italia, che Milano si accorga di noi non può che farci piacere, ne prendiamo atto. Una cosa è certa: al momento nulla è stato deciso. Abbiamo diversi contatti, con Verona buonissimo sotto tutti i punti di vista. Se mi chiedete se ci sono ancora margini di manovra, se Milano può ancora sperare di ospitare l’ultima tappa del Giro vi posso dire che con Verona non abbiamo ancora messo nero su bianco, anche se siamo molto vicini a ratificare l’intesa».
E aggiunge: «Se ho sentito qualcuno? So che si sono fatti vivi, che i politici della città si sono mossi, ma io per il momento non ho sentito nessuno. Non è però un problema, c’è ancora tempo, non c’è fretta».
Non lo dice Angelo Zomegnan, anche se lo fa chiaramente capire: non ha nessunissima intenzione di giocare al rialzo. Non è una questione meramente economica (anche se la questione non è secondaria, come è giusto che sia), ma di strategia, di disponibilità, di appeal.


Il Giro d’Italia non vuole essere sopportato ma ha certamente bisogno di essere adeguatamente supportato. Milano dice di aver recepito il messaggio; gli organizzatori del Giro si compiacciono che questo sia avvenuto: speriamo non sia troppo tardi.

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