Roma - Viola e rosso. I colori del No B Day. Il viola degli "autoconvocati" e il rosso dei partiti della sinistra radicale dominano visivamente la folla. Gli organizzatori dal palco danno i numeri del corteo: "Siamo un milione e mezzo". Ma la Questura smorza gli entusiasmi: "Sono 90mila". Il corteo è partito alle 14 dalla centrale piazza della Repubblica diretto a piazza San Giovanni, dove si svolgono interventi e concerti. A prevalere il colore viola, perché, spiegano organizzatori e partecipanti, non appartiene ad alcun movimento politico. C’è chi indossa maschere che ritraggono il premier con la scritta "No". Su un cartello campeggia la scritta "Berlusconopoly". Un uomo con una tuta bianca tipo scienziato mostra un altro cartello. "Da sottolineare questo nuovo processo mediatico di partecipazione attiva attraverso la Rete, che si trasforma poi in una manifestazione..." dice uno degli organizzatori in un video sul sito noberlusconiday, che registra nel gruppo di fan sul sito di social network Facebook oltre 360.000 adesioni.
Il Pd "a pezzi" nel corteo Il Pd rompe le righe e partecipa alla spicciolata. Mezzo partito di Bersani ha deciso di scendere in piazza e sfilare al fianco di Di Pietro. In piazza sono visibili le bandiere dei partiti: quelle bianche
dell’Italia dei valori, quelle rosse della Federazione della
sinistra (Prc-Pdc), quelle dei Verdi e di Sinistra e Libertà. Ma
la prevalenza cromatica è quella del "popolo viola", che con
sciarpe, cappellini, maglie di questo colore, ha scelto di
caratterizzare la manifestazione per chiedere le dimissioni del
presidente del Consiglio con questo colore, sul modello delle
rivoluzioni colorate dell’Europa dell’Est.
Il corteo è promosso da un arcipelago di organizzazioni e gruppi
nati su internet ma vede anche l’adesione di molti esponenti
politici. Ai partiti già citati, che hanno aderito ufficialmente,
va aggiunta la corposa rappresentanza del Partito democratico,
che dopo qualche incertezza scende comunque in piazza con alcuni
dei suoi massimi dirigenti, a partire dalla presidente Rosy Bindi.
Bindi: "C'è parte importante del Pd" "Se ci fosse stato tutto il Pd, in
piazza non ci si sarebbe entrati...". Con questa battuta Rosy
Bindi, presidente del Pd, sdrammatizza le polemiche che hanno
preceduto il ’No B-Day e da un’ affollata piazza San Giovanni
ha sottolineato: "Del Pd ce n’è un pò perchè questa è una
manifestazione di liberi cittadini. Chi è voluto venire in
piazza ci è venuto, non ci dividiamo su questo. Per fortuna
c’è una cittadinanza che si indigna, che si ribella, che
chiede libertà e il rispetto della Costituzione. Le
alternative al governo di centrodestra si costruiscono con le
parole fondamentali per la vita democratica: legalità,
libertà, partecipazione e solidarietà".
Ma la piazza se la prende col Pd e la Chiesa Fragorosi applausi e segnali di
apprezzamento hanno salutato, tra la folla di piazza San
Giovanni in Laterano a Roma, l’intervento dell’attore Ulderico
Pesce, che nel corso del suo intervento dal palco in occasione
del No B Day ha chiesto a gran voce: "dov’è il Pd, dov’è
Bersani, dov’è la chiesa, dov’è il papa" facendo riferimento
alla crisi economica e sociale del paese. Intanto sono arrivati
in piazza praticamente tutti i manifestanti. Alcuni, facendo
riferimento alle ’Letterinè delle trasmissioni Mediaset hanno
portato in piazza delle grandi lettere alte circa due metri di
colore giallo che componevano la parola ’dimettitì. Qualcuno
intona "Bella ciao" cambiando il testo in "Silvio ciao". Altri
improvvisano girotondi cantando "Casca Brunetta la vita è
perfetta". Ci sono anche cartelli con scritto ’un vero uomo si
fa processarè e persino una coppia che sul passeggino del
bambino ha appeso un cartello con scritto "io di certo non l’ho
votato".
"Meno male che Gianfranco c'è" In molti cartelli si elogia il presidente della Camera
Gianfranco Fini: "Meno male che Gianfranco c’è", recita uno
slogan. Molti i riferimenti in positivo al capo dello Stato
Giorgio Napolitano. Ci sono anche dei manifestanti che si fanno
fotografie vicino alle migliaia di manifesti sui muri del No B
Day. Spesso il corteo, che procede comunque spedito, si ferma a
saltellare al grido di "Chi non salta Berlusconi è".
Anche Moretti e Silvio Orlando Sono arrivati anche Nanni Moretti e
Silvio Orlando ad assistere alla manifestazione a piazza San
Giovanni, dove ha da poco finito di parlare Ascanio Celestini.
Secondo Celestini, "l’unico dato importante politico di questa
giornata è l’auto organizzazione, che da un pò di anni
funziona in Italia come dimostrano anche i casi del no Tav e di
Chiaiano".
Per Celestini però le manifestazioni non bastano: "È vero
che senza criminali al potere staremmo tutti meglio ma in questo
paese anche se non ci fossero avremmo comunque una destra
pericolosa e violenta e una sinistra invadente. Quello che serve
è una prospettiva". Tutti gli stati generali della cultura di sinistra sono presenti in piazza da Fiorella Mannoia al regista Mario Monicelli, passando per il premio Nobel Dario Fo e il giornalista Giorgio Bocca.
Di Pietro: "Resistenza contro il governo fascista" Accolto dal consueto coretto dei
fedelissimi "Tonino, Tonino", il leader dell’Idv, Antonio Di
Pietro è arrivato a piazza della repubblica per partecipare al
’No Berlusconi day’. "Il popolo viola - dice ai cronisti - chiede
che Berlusconi e il governo vadano al più preso a casa. La loro
politica economica e sulla giustizia toglie agli onesti per dare
ai disonesti. Questo governo troppo speso assume comportamenti
che sembrano mafiosi e non nell’interesse dei cittadini. Quella
di oggi - prosegue Di Pietro - è la prima giornata di resistenza
attiva prima della spallata finale a un governo piduista e
fascista".
A chi gli chiede delle polemiche tra Idv e Partito democratico
che hanno preceduto la manifestazione Di Pietro risponde: "Oggi è
la giornata di tutti nessuna polemica. Per l’Idv è troppo
importante l’impegno politico sociale e epico che rappresenta".
Il leader dell’Idv risponde anche a una domanda sui ripetuti
appelli del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al
dialogo tra le forze politiche sulle riforme: "Appena avremo
l’occasione di ripristinare nel paese la democrazia partecipata e
lo stato di diritto sarà necessario il confronto e il dialogo, ma
come succede in tutti i regimi prima dobbiamo liberare il Paese".
Bocchino: "L'opposizione non sa che fare" "L’opposizione, anzichè discutere
con la maggioranza sulle riforme utili al Paese, non ha di meglio da
fare che scendere in piazza a gridare forte l’unico punto del suo
programma, che è l’odio verso Berlusconi. La vera anomalia del Paese
non è il premier, ma l’inconsistenza politica e programmatica
dell’opposizione". Lo ha affermato il vice capogruppo vicario del Pdl
alla Camera, Italo Bocchino.
Cicchitto: "In piazza la sinistra giustizialista" "È la dimostrazione che c’è una parte
cospicua della sinistra - guidata da Di Pietro, dal suo partito
e da un pezzo del PD, tant’è che sono presenti alcuni suoi
autorevoli esonenti - che gioca tutte le sue carte sullo
scontro frontale, sul giustizialismo, sulla demonizzazione
dell’avversario.
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