Controcultura

In gita con Himmler animalista e insieme bestiale

Tre giorni dopo incontrai davvero il signor Himmler. Era in una Mercedes coupé aperta, parcheggiata a sud del Ritterhaus, e ammirava il panorama cittadino medievale immerso in una nuvola di SS dalle uniformi impeccabili.

In gita con Himmler animalista e insieme bestiale

Tre giorni dopo incontrai davvero il signor Himmler. Era in una Mercedes coupé aperta, parcheggiata a sud del Ritterhaus, e ammirava il panorama cittadino medievale immerso in una nuvola di SS dalle uniformi impeccabili. C'era anche Stahlecker. E mio fratello.

Quando Hub mi vide arrivare, mi venne incontro, sibilò «Sguardo amichevole!», mi fece passare davanti ai generali della Wehrmacht (ai quali avrebbe potuto dire la stessa cosa) portandomi direttamente da Himmler, e mi presentò. Io feci rapporto. Himmler mi squadrò compiaciuto.

«Suo fratello dice che sa disegnare molto bene».

Io non seppi cosa rispondere, guardai solo quell'uomo straordinariamente miope che dava grande importanza allo spirito di corpo in sede di esecuzioni. Hub replicò al posto mio che in effetti sapevo disegnare molto bene.

«Ottimo, allora mi faccia una caricatura, Obersturmführer».

«Adesso, Herr Reichsführer?».

«Ha cinque minuti.»

Estrassi ubbidiente il mio quaderno degli schizzi dalla tasca della giacca, presi la matita e iniziai dagli occhi. Bisogna sempre iniziare dagli occhi, molti che non sanno disegnare credono erroneamente di poter anche cominciare dalle linee del viso o dal naso, ma quello è l'inizio della fine. Io disegnai gli occhi di una iena, perché Himmler rideva come una iena, stridendo altissimo per poi tacere di colpo. Aveva denti minuscoli, ma quelli potevano aspettare. Sotto gli occhi piazzai un grugno, un bel grugno da maiale, e sotto il grugno da maiale i suoi baffetti, e sotto i baffetti si aprivano fauci storte da vacca dalle quali feci spuntare un pochino di fieno. Un mento a Himmler non lo diedi, perché non ce l'aveva, e le orecchie diventarono le orecchie di un uistitì dai pennacchi bianchi e, quando alla fine dovetti scegliere la forma della testa, tentennando tra quella di una carpa e quella di un ippopotamo, optai di nuovo per il buon vecchio maiale domestico, e lo stesso valse per le guance cadenti.

«Ho finito, Herr Reichsführer.»

«Bene, dia qua».

Himmler lanciò uno sguardo eloquente a Hub, che mosse tre passi rigidi verso di me.

Allungai a lui la caricatura.

Hub la fissò a lungo, perplesso.

«Allora?» chiese Himmler impaziente. Tutti i dirigenti delle SS di Riga guardavano mio fratello carichi di aspettative.

Hub piegò il pezzo di carta, lo stracciò e se l'infilò nella tasca del cappotto di pelle.

«Temo che non sia ancora riuscito benissimo all'Obersturmführer, Herr Reichsführer».

«Può migliorare?».

«Può migliorare di molto. Credo che l'Obersturmführer sia un po' nervoso».

«Non dovrebbe essere nervoso. Non mordiamo mica».

Io tornai in me, completai un nuovo disegno che ritraeva il signor Himmler come Lancillotto in un'armatura scintillante, coi tratti e i baffi di Douglas Fairbanks.

Poi viaggiammo insieme per tutti i paesi baltici, il signor Himmler e io. Nel corso del viaggio il Reichsführer pontificò col suo modo di parlare dalle sfumature bavaresi che fra l'altro mi ricorda il suo, swami, e che ci creda o meno: era incredibilmente esperto degli insegnamenti spirituali asiatici che lei m'illustra con tanta capacità persuasiva e abbondanza di dettagli. Sì, a ben vedere Himmler è stato il primo hippie che ho incontrato, almeno per quel che riguarda il livello d'indipendenza interiore. E sapeva anche liberare la mente. Come tutti i buddhisti amava gli animali, e un pomeriggio dovemmo restare fermi due ore a motore spento su una strada di campagna estone per via della migrazione di massa dei rospi, consentendo così a tutti i ventimila rospi di attraversarla in sicurezza.

Ovviamente il signor Himmler era anche un vegetariano convinto, assumeva di continuo integratori omeopatici, credeva che i teutoni fossero precipitati sul pianeta Terra direttamente dallo spazio con un meteorite ghiacciato che cadde nei pressi di Bad Wimpfen, e mi chiese il segno zodiacale. Al che venni subito a sapere che quelli nati sotto il segno dello Scorpione erano dei sensuali che si sarebbero sentiti a proprio agio nelle città di Münster, Osnabrück e Lisbona.

Himmler teneva sempre molto volentieri delle lezioni sulle sue amate SS.

Una volta mi spiegò che per quell'Ordine sacro erano necessari degli uomini di sangue nordico, intelligenti e intolleranti. Era la cosa più importante. La domanda era se io fossi abbastanza intelligente e intollerante.

Sull'intelligenza non posso dire nulla, risposi, poiché essa s'annida soprattutto nell'occhio di chi guarda. Quanto all'intolleranza, nelle ultime settimane avevo fatto notevoli passi avanti. Himmler grugnì soddisfatto.

Chris Kraus

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