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Giustizia, Alfano: "Separazione delle carriere"

Il Guardasigilli anticipa le linee guida della maggioranza per la revisione della giustizia: "Cambierà l'obbligatorietà dell'azione penale, i percorsi di pm e giudici saranno divisi, cambieranno struttura e mansioni del Csm. Nessun condono, nessun indulto: sì a nuove carceri"

Giustizia, Alfano: "Separazione delle carriere"

Milano - "Sul piano tecnico si può chiamare separazione delle carriere, ma il principio è quello della parità tra accusa e difesa e della terzietà del giudice". Il ministro della giustizia Angelino Alfano risponde così ad una domanda di Maurizio Belpietro a Panorama del giorno su Canale 5. "Serve un giudice che sia terzo ed equidistante, cosa che pensiamo non sempre ci sia stata. Pm e giudici - ha spiegato Alfano - fanno parte dello stesso ordine, lavorano negli stessi uffici, fanno gli stessi concorsi...". La questione della parità tra accusa e difesa, ha detto Alfano, rappresenta la "terza fase" delle riforme, dopo quella del processo civile, "in Senato per l’approvazione definitiva", e dopo quella del processo penale "di cui ci occuperemo prima di Natale" ha detto Alfano. Quindi un "intervento sulla Costituzione su materie che stanno a cuore ai cittadini, come la parità tra accusa e difesa". Per quanto riguarda l’obbligatorietà dell’azione penale, che Alfano ha definito "un principio giusto e sacrosanto" non ci sarà invece un intervento sugli aspetti costituzionali. "Ma quando il pm riceve troppe notizie di reato non ce la fa e il principio di obbligatorietà diventa di fatto discrezionalita". Per questo, ha aggiunto, "si pensa a indicare delle priorità su cui si possa misurare anche la capacità degli uffici a perseguire reati".

Riforma del Csm La vicenda della tensione tra le procure di Salerno e Catanzaro "indica che c’è una tendenza da parte di alcuni magistrati che non ci si possa occupare di loro sotto il profilo disciplinare". Alfano sostiene la necessità della riforma del Consiglio superiore della magistratura. Secondo il ministro si è rischiato di arrivare a un "punto di non ritorno" e, quanto alla riforma del Csm, spiega il Guardasigilli, occorrerà "renderlo conseguente alle riforme. Si dovrà intervenire prima di tutto - ha spiegato - sugli aspetti di composizione e disciplinare".

Nuove carceri Nessun condono e nessun indulto, ma nuove carceri. Il ministro illustra la sua linea sulla questione dei detenuti.

"Abbiamo detto che non faremo nessun nuovo indulto e nessun condono, ma invece costruiremo nuove carceri, tante quante ne servono per contenere tutti i detenuti nel rispetto della loro persona".

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