Giustizia fiscale, il contribuente vince sempre

da Roma

Quattro anni per chiudere un contenzioso con il Fisco. E nella maggioranza dei casi, il contribuente vince sempre. Lo spaccato (poco lusinghiero) dell’efficacia dell’amministrazione finanziaria viene dal rapporto del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, inviato al ministero dell’Economia. I dati si riferiscono al 2006.
Fra primo e secondo grado, infatti, un contenzioso fiscale dura in media 4 anni: 654 giorni per il grado provinciale, 721 per quello regionale. E nel 52,88% in primo grado vince il contribuente; percentuale che sale al 58,67% in secondo grado. Con picchi che sfiorano, a livello regionale l’80% (il 78%, per l’esattezza) in Val d’Aosta e in Molise (73,5%).
In Lombardia, quasi il 61% riesce a dimostrare, e a vedersi riconoscere, le proprie ragioni davanti alle Commissioni tributarie. Percentuale che scende al 57,16% nel Lazio. In Sardegna e in Umbria una causa la vince lo Stato, una il contribuente. Mentre le Marche chiudono la classifica delle regioni dove i contribuenti riescono ad averla vinta davanti ai giudici tributari: il 47,46%.
Fenomeno storico quello dei marchigiani come buoni esattori. Nello Stato Pontificio venivano proprio da Ancona e Macerata i «giudici del Fisco» del Papa.
Su base provinciale, invece, il contribuente di Catanzaro è quello che ha le più alte probabilità di vincere un ricorso contro il Fisco (il 78%); ma al secondo posto viene quello di Piacenza (75%). Con buone possibilità (intorno al 70%) per i residenti di La Spezia, Caltanissetta, Imperia e Bolzano. A riprova di come non esistano grandi differenze territoriali.
Con alcune eccezioni, però. Per esempio, i milanesi e i genovesi hanno solo una possibilità su tre di vedersi accettare il ricorso contro un accertamento fiscale. Percentuale che scende al 18% per i contribuenti di Vicenza; e al 14% per quelli di Verbania.
In compenso, al Lazio spetta il primato delle cause-lumaca a livello provinciale. Dal momento della presentazione del ricorso al deposito della sentenza, passano in media più di cinque anni. Alla Calabria e al Friuli, invece, va la palma dei tempi più lunghi delle Commissioni tributarie regionali: i due anni della media sono più che raddoppiati.
Il vero problema della giustizia tributaria, però, non è soltanto il tasso d’efficacia nella riscossione (quante cause vince lo Stato e quante i contribuenti), ma anche lo smaltimento delle stesse. Al momento sono quasi 600mila quelle in attesa di essere discusse. Nel 2006 - ultimi dati citati dal Rapporto - a fronte di 323mila procedimenti arrivati in commissione, ce ne sono stati altrettanti risolti in via definitiva. Senza che lo stock accumulato sia stato minimamente intaccato. Non solo. Rispetto al 2005 sono cresciuti del 7,7% le cause e del 4,7% i ricorsi.
Per aumentare i risultati delle liti fiscali a favore dell’Erario, l’Agenzia delle entrate ha inviato una circolare agli uffici definendo un «progetto qualità del contenzioso».

Nella sostanza viene chiesto un miglioramento della capacità operativa e a una maggiore qualità della difesa in giudizio degli interessi erariali; soprattutto per le cause di maggior valore economico e derivanti da attività di controllo.
In altre parole, e in via puramente teorica (visti i dati della giustizia tributaria), il contribuente evasore dovrebbe avere vita più difficile.

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