Stefano Zurlo
da Milano
Schiaffi. Pizzicotti. Urla. E scotch sulla bocca, proprio come nella scuola materna di Roma finita sui giornali in queste ore. Almeno quattro bambini di un asilo milanese hanno subito vessazioni e umiliazioni, ma a distanza di nove anni dalle prime denunce dei genitori il bilancio è sconfortante: linsegnante ha cambiato istituto ma è restata tranquillamente nel circuito scolastico; il processo, andato avanti faticosamente, si è chiuso con il più classico dei verdetti allitaliana: il reato non è più punibile perché prescritto. Unica, parziale consolazione, le famiglie delle quattro vittime hanno ricevuto dalla donna nei mesi scorsi un risarcimento pari a 6813,80 euro.
La storia comincia nel 1997 quando allasilo di via Borsa affiora una realtà inquietante. I piccoli allievi raccontano: «La maestra a volte metteva lo scotch a qualcuno». E ancora: «Ci faceva sedere per terra vicino a lei e ci metteva lo scotch sulla bocca, nelle calze e ci faceva stare lì finché non arrivavano le altre maestre». Non solo, leducatrice usava le mani con disinvoltura: «Mi ricordo che una volta un bambino ha vomitato perché la maestra dava sberle troppo forti». A giugno 97 prende forma un primo esposto, ma non succede nulla, a settembre i genitori protestano perché la donna è ancora lì e il Comune mette in moto la Procura. Il pm Fabio Roia disegna un capo dimputazione impressionante: «Reiterate vessazioni, percuotere i ragazzi con sculacciate, schiaffi sul volto e sulla testa, pizzicotti sulla schiena, costringere un alunno a mangiare del cibo che non gli piaceva, applicare dello scotch sulla bocca per impedire agli allievi di parlare». Intanto affiorano episodi precedenti, relativi al periodo 93-94. Parte unispezione, linsegnante viene trasferita in unaltra scuola di Milano.
Poi la giustizia sinceppa. La sentenza arriva solo nel 2002, col rito abbreviato. Laccusa viene derubricata: da maltrattamenti ad abuso dei mezzi correzionali. La pena è poco più che virtuale: 2 mesi trasformati in una multa.
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