«Giusto che finisse così», le conclusioni molto asciutte del caso Suazo le ha date proprio lhonduregno. Prima ha parlato con il suo procuratore, Giovanni Branchini, che si era precipitato a Cagliari subito dopo il colloquio del primo pomeriggio con Galliani, poi ha cenato con la moglie Elisa, il figlio di un anno David Edoardo, la suocera e Branchini: mentre tutti lo cercavano lex attaccante del Cagliari era semplicemente in casa circondato dagli affetti familiari nel suo attico al Poetto.
Ieri finalmente si è visto in giro per Cagliari, in mattinata era a un matrimonio, individuato e subito circondato, ha scansato taccuini e microfoni, anche se qualcosa è trapelato, soprattutto per gentile concessione di Branchini: «Devo anzitutto ringraziare il Milan che non ha svolto alcun tipo di pressione e ha capito che mi ero impegnato con la mia parola con lInter». Frase di circostanza ma che in realtà riflette il carattere molto schivo di Suazo che già in occasione delle sue visite mediche a Milano non si era lasciato sorprendere con dichiarazioni avventate, quasi presagisse il caos che si sarebbe scatenato poche ore dopo. «Il Milan si è comportato bene e anchio volevo mantenere la mia parola. È stata una questione di rispetto - ha detto Suazo -. La società rossonera ha compreso che avevo preso un impegno con Mancini, con Branca e con il presidente Moratti. Mancini nel pomeriggio mi aveva chiamato confermandomi tutta la fiducia che aveva già espresso nei miei confronti, so che è stato soprattutto lui a volermi allInter».
Capitano del Cagliari per la fascia che porta al braccio, più che per un reale ruolo da leader nella squadra, Suazo voleva fortemente lInter per la quale ha confidato di aver sempre avuto una particolare simpatia. Il resto, ha detto, lo ha fatto laffetto di cui si è subito sentito circondato il giorno delle visite mediche a Milano.
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