da Milano
«Fassino è un personaggio pubblico e la stampa deve esercitare la sua funzione di controllo». Dunque, punire un giornalista che pubblica una intercettazione significa «limitare la libertà di stampa». Parola di pubblico ministero del tribunale di Milano, Fabio Roia. Tocca a un magistrato indossare le vesti di avvocato difensore della libertà di stampa, e indirettamente, anche del Giornale e dei suoi giornalisti. Roia lo ha fatto in unintervista al settimanale News, in edicola oggi. «Credo che - ha detto Roia - la stampa abbia una funzione sociale, fermo restando che cè stata una diffusione illecita». Ma, aggiunge «la frequente pubblicazione illecita delle intercettazioni, ora punita con unammenda di 51 euro, potrebbe essere stroncata con una pena severa contro il giornalista. Però si limiterebbe la libertà di stampa».
Il magistrato ha ovviamente stigmatizzato la pubblicazione delle intercettazioni dei politici, ma la ritiene comunque una «prerogativa della libertà di stampa», in particolare quando si tratta di politici. «Io sono per un forte controllo - ha aggiunto Roia - su chi esercita una funzione pubblica. E questo controllo deve essere esercitato dalla stampa attraverso un percorso etico dellinformazione. Cioè giornalisti liberi da condizionamenti. Per cui va bene pubblicare le intercettazioni, certo non i pettegolezzi privati».
E, alla domanda sullintercettazione della telefonata tra il segretario ds Piero Fassino e lex amministratore delegato di Unipol Giovanni Consorte, pubblicata dal Giornale, Roia ha detto: «Fassino è un personaggio pubblico e la stampa deve esercitare la sua funzione di controllo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.