Scorretti, dispettosi, simpaticamente sfigati e pronti a sganciare una cisterna di vetriolo ridanciano su ogni luogo comune che abbia anche solo vagamente l’odore del politicamente corretto, il vago sapore del buonismo edulcorato. Ecco come potremmo etichettare i membri della famiglia Martin, i pupazzoni plastilinosi protagonisti della nuova serie intitolata Glenn Martin e che va in on-dadaierisuSkyUno( dalunedìa venerdì alle 19). Al di là della tecnica di ripresa in stop motion che piace molto agli americani, soprattutto per le loro serie più cattivelle (basta pensare al vecchio Celebrity Deathmatch che è stato uno dei tormentoni di Mtv), la trama e l’ordito della nuova animazione riprendono canovaccio e temi di alcune delle serie di intrattenimento per adulti, a mezzo cartoon et similia , che negli ultimi due decenni sono andate per la maggiore: The Simpson , The Griffin , South Park ...
Il filo guida della vicenda sono le disavventure del dentista Glenn (un signore panzerotto un po’ più middle class di un Homer Simpson qualunque) che, stanco della sua vita normale tutta studio - dove cattivi bambini dai denti cariati ma affilatissimi gli staccano le dita a morsi- e casetta- dove i figli lo ignorano e la moglie non si concede mai- , decide di imbarcare il parentame su un camper e attraversare gli States per riscoprire una vita migliore e meno finta. L’orrendo caravan,con gigantesco spazzolino da denti sul tetto e studio dentistico mobile, è una versione peggiorativa (se possibile) di quello guidato da Jack Nicholson in About Schmidt, la compagnia di giro più tragica di quella di Little Miss Sunshine (l’opera cinematografiche a cui la serie scippa di più, quando non guarda ai cartoon).
E infatti, parlando di personaggi, i comprimari del povero dentista Glenn Martin sono davvero tremendi cloni del peggio che l’America (e non solo quella) può fornire: la moglie Jackie che si veste come in Sex and the City e pianifica tutto con l’agenda, sesso compreso; la figlia Courtney che a soli undici anni è già drogata di successo tanto da avere una assistente privata Wendy (un’immigrata coreana debitamente schiavizzata) e da essere incapace di staccarsi dal suo smartphone; Conor, il figlio tredicenne di Glenn che brilla per idiozia e per smodata carica ormonale; e infine Canino, l’immancabile quadrupede della famiglia, di razza indefinibile e fortemente complessato a causa del suo gigantesco ano rosa (i cani moderni hanno problemi moderni).
Quanto agli incontri che avvengono durante questa tragicomica odissea a stelle e strisce c’è tutto il repertorio del grottesco, ecologisti fuori di testa che sparano col fucile a pallettoni contro i camper inquinanti, attiviste lesbiche continuamente scambiate per uomini, Amish che rifiutano la tecnologia debitamente presi per i fondelli, il presidente Obama che si fa cavar denti nella stanza ovale, una cattivissima macchietta di Hillary Clinton... Il risultato onestamente è che si ride, in certi casi anche molto. Però, diciamolo, il cliché del politicamente scorretto in forma di cartoon o di plastilina ormai ha fatto il suo tempo, non è più dirompente come quando per la prima volta un bacarospo giallo ittero ci ha ordinato di ciucciarci il calzino. Tutto quello che era sputtanabile a mezzo ironia ed inchiostro è stato gia triturato da macchine satiriche strarodate, l’ospitata di personaggi famosi trasformati in fumetto o pupazzetto è roba ormai vista e stravista. Insomma, da un ventennio si è deciso di picchiare duro attraverso i cartoni, di farci dimenticare le iper correttezze di disneyana memoria.
E ha funzionato, con buona pace di quegli esperti del settore che hanno detto sin da subito che un Bart Simpson a braghe calate non valeva, per forza dirompente, un gatto Silvestro anni Quaranta vestito con gli abiti da musicista jazz (quando col razzismo si faceva a cazzotti sul serio) o che faceva il verso alla alcolisti anonimi per smettere di mangiare canarini (mentre mezza America era attaccata alla bottiglia per i postumi della grande depressione). Lo stesso Groening si è limitato a dargli ragione inserendo i fantastici personaggi di Grattachecca& Fichetto che occhieggiano alle produzioni anni Trenta e Quaranta e danno un ulteriore tocco di citazionismo alla serie che ha fatto del citazionismo un ingrediente imprescindibile del successo. Ora però le risate si assomigliano sempre di più e il citabile è stato citato e dissacrato, ricitato e già ridissacrato.
Speriamo che arrivi un qualche geniaccio che magari ci regali un bel personaggio buono e buonista e che fa ridere, un Monsieur Hulot del nuovo millennio. Non perché noi non si stia come giusto, dalla parte dei cinici e cattivi - Glenn Martin è tutti noi - ma perché al centesimo personaggio cinico finisce come coi robottoni giapponesi: e mo’ basta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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