Campioni, campioni, campioni... nel senso della League. Eddai, lasciateci un po «sbracare», nel giorno della festa. Perché ora festeggiamo, nonostante qualche calcolatrice impazzita a fine gara. Champions vuol dire fiducia, e un bel po di soldini per crescere, investire e - vogliamo essere un po romantici? - pure per sognare. Magari di poterlo fare senza preliminari, con tutta tranquillità.
Mamma mia però che finale. Che caldo, che sudata. Che emozioni. A un passo dallincubo, poi fuori grazie a quello che non taspetti. Ora godiamocela. Grazie al piccolo grande Jorgensen. E al grosso e grande Frey. Il primo dopo un anno difficile, un calvario di problemi. Dopo che la stessa società lo ha un po snobbato. Tira fuori un regalo del genere.
I tanti ragazzotti di belle speranze imparino: è così che si congeda (?) un professionista. Un grande calciatore. Fortissimo prima. Tatticamente perfetto dopo, quando le gambe hanno cominciato a girare meno. Impeccabile e intelligente sempre. Frey te laspetti invece, perché ha fatto unannata straordinaria, numeri da lasciare a bocca aperta, miracoli.
Allora: sette giorni fa si parlava di acchiappare quelli là sopra. Certo, ci sarebbe piaciuto - e parecchio - che fossero i bianconeri. Certo, è con loro che ce lavevamo. Certo, sarebbe stato bello. No, di più: sarebbe stato fantastico. Invece quelli là hanno vinto a Siena. Andrebbe bene comunque (solo un po meno) se invece fossero rossi e neri. Sarebbe comunque bello.
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