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«The good wife» il thriller al femminile super premiato

La confezione è quella, patinata ed extra-lusso, dei prodotti d’alto livello. Il «pedegree» s’è recentemente arricchito di premi prestigiosi come il Golden Globes 2010 e lo Screen Actors Guild Awards 2009 per la miglior attrice in una serie drammatica (Julianna Margulies) e l’Emmy awards 2010 per la miglior attrice non protagonista (l’indiana Archie Panjabi). La messa in onda è stata raddoppiata, dai 13 episodi inizialmente previsti, ai 26 effettivi. Insomma: The good wife, serie americana seguitissima sugli schermi della CBS, è stata un successo a tutti gli effetti. «E Raidue -osserva compiaciuto il direttore di rete, Liofredi- sulla scia dei tanti telefilm americani già importati con entusiasmanti riscontri anche da noi -come E.R. o N.C.I.S- non se l’è lasciata sfuggire». Quindi da sabato 9 alle 21.45 («Se non saremo costretti a slittare di una settimana, a causa della concomitante semifinale dei mondiali di pallavvolo Italia-Brasile»), The good wife proverà ad appassionare anche i telespettatori italiani alle tormentate vicende umane e professionali dell’avvocato Alicia Florrick (la Marguiles, appunto) che appena separata dal marito procuratore, arrestato per corruzione, proverà a rifarsi una vita gettandosi a capofitto nel suo lavoro. «La struttura è quella classica del “legal drama” -illustra Liofredi- Investigazioni e dibattimenti processuali, sempre condotti sul filo d’una lucida razionalità e di una penetrante analisi psicologica. Ma l’impostazione è tutta al femminile. La sensibilità. l’acume, e anche la dolorosa esperienza personale della protagonista, infatti, l’aiuteranno di volta in volta a risolvere i misteri proposti. E a dipanare, trasversalmente ad ogni episodio, il suo dramma privato». Il cast della serie è inoltre arricchito da varie guest star, fra cui Michael J.Fox. Non a caso, la serie è destinata soprattutto al pubblico femminile di Raidue: «Anche se noi restiamo una rete sostanzialmente per tutti -osserva il direttore- Inoltre al sabato dovevamo puntare in alto, per cercare di contenere lo strapotere di Maria De Flippi. Operazione difficile, sì; ma non impossibile». Ma il referente alternativo di Raidue non era Italia 1? «È vero. Però la rete Mediaset ha alcuni elementi che la differenziano decisamente: il suo target è radicalmente più giovanile. Raidue, invece, riesce a mettere sul divano di casa, davanti alla televisione, i genitori, i figli, i nonni. Perfino a casa mia, l’altra sera, a seguire X Factor c’era riunita tutta la famiglia Liofredi».
A conferma di una strategia mirata, il direttore annuncia nuovi arrivi sul fronte delle serie americane di qualità. «Importeremo The defenders, un’altra appassionante storia d’ambiente processuale, e quindi Blue Bloods, poliziesco unito ad action, col quale ha fatto il suo grande ritorno un popolare divo tv degli anni 80: Tom Selleck».

Dietro questi programmi, afferma, «c’è uno studio meticoloso e ragionato, basato non solo sull’intuito nella scelta dei titoli giusti, ma sul calcolo dell’incidenza che la loro qualità può avere sulle scelte del telespettatore stesso».

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