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Gorbaciov: il partito di Putin è la brutta copia del Pcus

L'ex leader sovietico accusa il premier russo: sta minando i principi fondamentali della democrazia, non ascolta il popolo

Gorbaciov: il partito di Putin 
è la brutta copia del Pcus

L'ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov accusa il premier russo Vladimir Putin, che fino a ora aveva invece sostenuto, di mettere a rischio i principi fondamentali della democrazia annunciando una possibile candidatura alle elezioni presidenziali del 2012 e una decisione in proposito di concerto con l'attuale presidente, Dmitry Medvedev. Il partito di cui Putin è presidente, Russia Unita, è una «brutta copia» del Pcus, aggiunge Gorbaciov, che del Partito comunista sovietico è stato a lungo segretario.
In una intervista alla BBC, l'ultimo presidente dell'Unione sovietica precisa che «sono gli elettori, la gente a dover decidere, e non ho sentito Putin citare la gente. Non penso che questo sia corretto». Modernizzare il Paese non può essere fatto «esercitando pressioni, formulando ordini. Ma solo attraverso la democrazia, stabilendo un ambiente libero e democratico con la partecipazione della gente», ha affermato Gorbaciov.
Le denunce di Gorbaciov sembrano trovare conferma anche nella cronaca. Proprio ieri un ristorante moscovita denominato «Anti-Sovietskaia» è stato costretto dalle autorità cittadine a cambiare nome perché ritenuto offensivo nei confronti delle vecchie generazioni e della storia della Russia. La notizia è riportata dai media russi.
Il locale, aperto lo scorso luglio e chiamato così per la posizione in cui si trova, di fronte all'hotel Sovietskaia, è stato ribattezzato anch'esso «Sovietskaia», ma solo nell'insegna esterna. «All'interno non abbiamo fatto cambiamenti», ha detto il gestore del ristorante Alexander Vanin, esprimendo lo sdegno per le pressioni delle autorità locali. A insistere, in particolare, secondo Vanin, sarebbe stato il prefetto del distretto settentrionale di Mosca Oleg Mitvol, ex numero due dell'ente federale preposto ai controlli ambientali. «Nomi come questi sono un insulto alla storia del nostro Paese», ha commentato, non nascondendo così la sua ostilità verso l'insegna. Benchè la maggior parte dei russi abbia accolto con entusiasmo la fine del regime sovietico, non mancano nel Paese segni di nostalgia dell'Urss o comunque atteggiamenti che tendono a difendere il passato.

E la più recente politica del Cremlino non di rado sconcerta, prendendo posizione a difesa del passato totalitario del Paese con la giustificazione del patriottismo.

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