da Milano
Giorgio Gori, si sa, è uno che parla poco. Schivo. Riservato. Se decide di aprir bocca, lui che è il capo di Magnolia cioè di una delle società leader sul mercato dei format, significa che l'intrattenimento tv sta cambiando e dietro l'angolo c'è una svolta importante: arriva la musica. Arriva X Factor. Domani a Roma iniziano i casting e poco dopo il Festival di Sanremo in prima serata su Raidue partirà questo talent show che è figlioccio di Pop Idol e che per molte stagioni in Gran Bretagna ha avuto un successo stellare. Vince chi canta meglio e ha il carattere per farlo. Niente o poco reality show. In Italia sarà una sfida importante, visto che da anni il pop è stato declassato al botteghino dello share e penalizzato da flop come Operazione Trionfo. «In Inghilterra, come in molti altri Paesi, X Factor è diventato un vero e proprio fenomeno di costume, rivoluzionando il mercato televisivo e quello della musica pop. Eppure anche là, fino a che non c'è stato il boom di Pop Idol, bissato da quello di X Factor, da molti anni non si facevano programmi musicali perché si pensava che in tv la musica non funzionasse». E invece.
Giorgio Gori, stavolta tocca all'Italia riscoprire la musica in tv?
«Il tentativo è di fare un programma ben fatto, che fin dall'inizio dichiari il suo obiettivo: scoprire e lanciare talenti veri nel campo della musica pop».
Sulla carta cè un concorrente: Amici della De Filippi.
«Quella è una grande scuola di spettacolo, già molto affermata, con un calendario di lezioni e persino delle divise, un programma corale in cui ai ragazzi si insegna a ballare, cantare e recitare e dove il ruolo del conduttore è assolutamente centrale».
E X Factor?
«C'è solo il canto e non sarà una scuola: i concorrenti sono già bravi».
Chi presenterà?
«Francesco Facchinetti. In una tivù guidata dai soliti noti, è il momento di puntare su un volto nuovo. Dopo averlo visto presentare il Venice Music Awards e dopo averlo testato all'Isola ci si è accesa la lampadina. Secondo me ha i numeri per fare un ottimo lavoro».
Quando inizia il casting?
«Domani a Roma, dove ci sono già 2500 candidati, e poi a Rimini, Milano, Bari e Napoli. Ad oggi sono già oltre diecimila le richieste di partecipazione. Saranno vagliate dai tre giudici Simona Ventura, Morgan e Mara Maionchi, tre figure fondamentali nel nostro programma».
Perché proprio loro?
«La Ventura ha la musica nel sangue e non solo perché ha condotto un Festival di Sanremo e il Festivalbar. Sa riconoscere chi ha talento, energia e presenza scenica. Mara Maionchi è un produttore musicale di grande fama, con una carriera che va da Lucio Battisti a Tiziano Ferro. E Morgan, oltre che cantante, è un compositore e un artista completo».
Ma lui non è troppo «alternativo»?
«Al contrario. Ha aderito con entusiasmo all'idea di lavorare a un progetto dichiaratamente pop».
Che cosa faranno i tre giudici?
«Alla fine di febbraio, dopo la prima selezione, i candidati saranno suddivisi in tre gruppi: donne di 16/24 anni, uomini di 16/24 anni e maschi e femmine over 24. Ogni categoria sarà assegnata a un giudice, che da quel momento ne diventerà responsabile e che continuerà la selezione fino a scegliere i suoi 5 campioni. In X Factor i tre giudici sono quindi anche capi-squadra, uno in competizione con l'altro. Ognuno di loro avrà a disposizione uno staff di professionisti e avrà la responsabilità di preparare al meglio i concorrenti della propria categoria».
Lo show quando inizia?
«A metà marzo. Nella prima puntata ci saranno 15 ragazzi e tre saranno subito eliminati. Da lì in avanti ci sarà un'eliminazione a puntata. Saranno i giudici a deciderla, dopo che il pubblico si sarà espresso attraverso il televoto».
A Sanremo, attesissima, sarà ospite Leona Lewis: vincitrice della terza edizione di X Factor in Inghilterra, in un anno è diventata una priorità mondiale della Sony Bmg, quasi più di Beyoncé.
«Leona è il simbolo di questo programma. Secondo il suo creatore, Simon Cowell, l'X Factor è proprio quel talento speciale che trasforma una persona comune in una star».
E che cosa vincerà la vostra star italiana?
«Un contratto discografico da trecentomila euro con la Sony Bmg per realizzare da uno a tre album. E il primo singolo sarà scaricabile via download pochi minuti dopo la conclusione della puntata finale».
È un talent show. In che modo è diverso dal reality?
«C'è solo una piccola percentuale di reality: racconteremo i 12 concorrenti e i rapporti tra loro. Ma soprattutto documenteremo la loro vita da popstar. Non ci saranno riprese 24 ore su 24. Riprenderemo principalmente le loro attività: le prove, il lavoro in sala di incisione. Non saranno reclusi ma potranno uscire, faranno showcase, interviste, piccoli concerti live nei locali. E tutto questo sarà raccontato nella striscia quotidiana dalle 20 alle 20,30, replicata alle 17,20».
Ma quali canzoni canteranno?
«Pezzi famosi, scelti dai tre mentori, cioè da Maionchi, Ventura e Morgan. Quindi niente canzoni inedite fino alla semifinale quando i 4 concorrenti prepareranno anche brani originali. Ma solo il vincitore avrà stampato il suo cd».
Ma durante lo show si esibiranno con un'orchestra?
«No, avranno basi preregistrate e arrangiate dal maestro Lucio Fabbri. Saranno la voce e la personalità del cantante a fare la differenza. Questo è un talent show: e sotto i riflettori deve stare prima di tutto il talento».
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