Il governo latita Alla Camera s’immola Chiti

da Roma

Sul «banco degli imputati» nell’aula di Montecitorio, per la relazione alla Camera, non si è seduto il presidente del Consiglio Romano Prodi, e nemmeno il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. È toccato a Vannino Chiti, ministro per i Rapporti con il Parlamento, rispondere a nome del governo ai deputati, e agli italiani, del disastro dell’immondizia in Campania. E quando Chiti ha pronunciato il nome di Prodi, giustificandone l’assenza perché si trovava a un incontro con le Regioni, è partito un coro di «buuh!» dall’ala destra dell’emiciclo. Il banco dei ministri per la verità era deserto quando Chiti ha preso la parola. «Ha avuto coraggio», gli ha dato atto il capogruppo della Lega Bobo Maroni.
Il portavoce del governo ha ammesso che «i cumuli d’immondizia che stanno sommergendo Napoli e la Campania sono un duro colpo per l’immagine dell’Italia nel mondo». Ma ha chiesto «disponibilità e collaborazione», in primo luogo «con il commissario De Gennaro», per «isolare la criminalità». Arriverà «poi il momento», ha aggiunto comunque Chiti, ma senza fare nomi, «in cui, fuori dall’emergenza, bisognerà valutare le responsabilità». Ha anche anticipato alcuni provvedimenti del governo di «sconfessione» della struttura regionale campana per la raccolta: «Saranno sciolti per inadempienze e incapacità nove consorzi per lo smaltimento dei rifiuti».


Ma le responsabilità, per l’opposizione, sono troppo evidenti per rinviarle: Sandro Bondi, portavoce di Forza Italia, ha annunciato una «mozione di sfiducia» che verrà presentata «contro il ministro Pecoraro Scanio che non può restare un minuto di più al suo posto». Mozione di sfiducia anche dall’Udc, come ha annunciato Pierferdinando Casini da Roccaraso. «Pecoraro vada a casa», si è unito il segretario del Pri, Francesco Nucara, nel suo intervento in aula».

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