Il governo non molla e prepara il ricorso all’Aia

RomaÈ una sentenza che «ferisce». I familiari delle vittime, la dignità del Paese, il nostro «senso di giustizia», dice Silvio Berlusconi. Ferisce anche quella lunga «lotta al terrorismo», sottolinea il presidente della Repubblica Napolitano, che in Italia è stata condotta per liberare la Nazione dall’estremismo politico.
L’ex leader dei Proletari armati per il comunismo Cesare Battisti è libero su decisione del Tribunale Supremo del Brasile. Un finale beffardo, «ingiusto», «scandaloso», una «vergogna»: quasi tutti i partiti politici condannano. Di Pietro («una decisione doppiamente scorretta»), il Pd, Fini e naturalmente il Pdl. Quasi tutti, perché il Sel di Vendola ieri non ha espresso giudizi: nessuno ha parlato di Battisti, da Vendola stesso al sindaco di Milano Pisapia. L’argomento non è commentato volentieri nell’area della sinistra più ortodossa.
Ci sono le reazioni iperboliche, come quelle della Lega, che ieri si è divertita a ripetere la parola «boicottaggio»: «Boicottiamo i mondiali del 2014 in Brasile», ha provocato il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli. Ma attenzione a parlare per suggestioni e ipotesi pericolose, ora bisogna reagire di fronte alle sedi competenti. Lo ha annunciato subito Berlusconi, con il pieno avallo di Napolitano. È questa la strada: «Questa notte abbiamo ricevuto la notizia che non ci ha fatto naturalmente piacere e abbiamo deciso di ricorrere all’Aia - l’annuncio del premier - non abbiamo altra possibilità e ce la metteremo tutta».
Alla decisione assurda della scarcerazione di un quattro volte omicida condannato in via definitiva si risponde per via legale, di fronte alla Corte internazionale di giustizia, non certo con «una guerra al Brasile». Non c’è da fare la guerra, ma da cercare giustizia: una giustizia ferita come «chi ha subito quelle vicende», ricorda Berlusconi.
La sentenza del Supremo tribunale brasiliano «assume un significato gravemente lesivo», ha fatto scrivere in una nota del Quirinale Napolitano, degli accordi tra Italia e Brasile. Il capo dello Stato «appoggia pienamente ogni passo che l’Italia vorrà compiere» nelle sedi giuridiche. Con la decisione di ieri si è prefigurato addirittura «un attacco - valuta il Guardasigilli Angelino Alfano - alla sovranità dell’Italia», perché se ne «mette in discussione la tenuta democratica delle sue alte istituzione democratiche, punto di riferimento in Europa e oltre».
Il ricorso al Tribunale dell’Aia è insomma già in lavorazione negli uffici del ministero della Giustizia. Altre vie più bellicose non sono da percorrere. E infatti anche il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani si è affrettato a chiarire che la decisione su Battisti, pur «sconcertante e offensiva», non deve «avere nulla a che fare con gli ottimi rapporti commerciali e industriali che le nostre aziende hanno con quelle brasiliane e che restano immutati». L’interscambio non si tocca. Questo in risposta a Calderoli ma soprattutto a Roberto Castelli, che ieri azzardava: «Spero che ci siano conseguenze nei rapporti tra Italia e Brasile, non possiamo far finta di niente. Vedrei favorevolmente qualche forma di boicottaggio».
Domani prima manifestazione di protesta organizzata dall’associazione Giovane Italia guidata da Giorgia Meloni, in piazza Navona, davanti all’ambasciata del Brasile, dalle 10.30.

Anche i parenti delle vittime si stanno attivando «Sapere che Battisti è libero per me è un pugno nello stomaco - dice Alberto Torreggiani, figlio del gioielliere Pierluigi - Sono oltre l’incazzatura: questa scelta significa che un delinquente può fare ciò che vuole. È un diritto negato, è una violazione della Carta dei diritti dell’uomo».

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