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"Governo, siamo tutti precari" E Prodi ora è "preoccupato"

Dopo l'ecatombe sfiorata ieri in Senato dalla maggioranza, Mauro Fabris, capogruppo dell'Udeur alla Camera, ripropone l'aut aut di Mastella: "Chiarimento o voto". Bertinotti scherza (ma non troppo). Mercoledì vertice di maggioranza convocato da Prodi

"Governo, siamo tutti precari" 
E Prodi ora è "preoccupato"

Roma - "Stiamo discutendo di precarietà e siamo tutti un pò precari". Così il presidente della Camera Fausto Bertinotti, che è a Pisa per un convegno sulla precarietà, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano di commentare l’affermazione di Berlusconi secondo il quale la maggioranza non esiste più. "Su questo non esageriamo", ha risposto in prima battuta Bertinotti a chi gli ricordava l’affermazione dell’ex premier. Poi, a chi gli ha chiesto se ieri con il voto al Senato sulla Rai sia stato un giorno difficile: "Ce ne saranno tanti - ha aggiunto Bertinotti - Bisogna non farsi distrarre e mantenere salda l’agenda politica fondamentale del Paese che secondo me è quella di mettere al primo punto la capacità di affrontare i problemi sociali". Poi ha escluso i disegni neocentristi: "Non capisco cosa voglia dire, se è un’ipotesi di governo, in tutta evidenza non esiste. Se invece si parla di una soggettività politica da costruire, ognuno ci provi e faccia la sua strada".

Udeur di traverso "Prodi deve capire che ieri la maggioranza al Senato ha dimostrato di fatto di non esserci più. Deve quindi richiamare tutti alla responsabilità, diversamente è meglio votare". Lo afferma Mauro Fabris, capogruppo dell’Udeur alla Camera, conversando con i cronisti a Montecitorio. Fabris sottolinea quindi che ieri al Senato da parte del partito di Mastella è stata dimostrata "lucidità": "Noi abbiamo salvato Prodi", dice, ma la lezione di ieri "deve essere compresa". In sintesi si riprone l'aut aut teorizzato ieri da Mastella nei confronti del Professore: "O si avviano chiarimenti seri all'interno della maggioranza oppure si va al voto".

Mastella attacca la sinistra e guarda a destra "Per quanto mi riguarda il governo non corre pericoli". Lo ha detto Clemente Mastella al termine della festa della polizia penitenziaria. "I suoi nemici - ha aggiunto il ministro della Giustizia - vengono da altre parti. Ci vuole un chiarimento con questi microrganismi". Poi il Guardasigilli apre alla Cdl: "Voglio ripetere quello che ho ufficialmente detto a Telese. Siamo leali con Prodi, con questo governo e questa maggioranza finché Prodi rimane in piedi. Se saltasse, e non salterebbe per le nostre mine, è evidente che per chi parla di 'nuovo conio' noi saremmo preavvertiti e potremmo battere 'nuova moneta'".

Giordano: problemi al centro "Dall’inizio di questa legislatura non c’è mai stato un nostro voto contrario. La verità è che ogni volta che il governo è andato sotto è stato perché elementi centristi dentro e fuori il Pd hanno espresso il loro disagio attraverso il voto". Così il segretario di Rifondazione Comunista Franco Giordano, ospite questa mattina a Omnibus su La7, commenta le votazioni di ieri al Senato sul Cda Rai. E sul Partito democratico Giordano ha continuato: "Veltroni ha detto che nell’ipotesi di un nuovo governo amerebbe Montezemolo, la Moratti e Casini; Letta vorrebbe Tremonti e suo zio Gianni. Io allora mi chiedo: ma se la destra facesse un governo, ci metterebbe Jack lo squartatore?".

Ma Prodi è "preoccupato" La difficile giornata vissuta ieri dalla maggioranza in Senato è stata analizzata brevemente dal premier, secondo quanto si apprende, all’apertura del consiglio dei Ministri di oggi. Per affrontare la questione, il premier ha convocato per mercoledì prossimo un vertice di maggioranza. Uno dei partecipanti alla riunione spiega che Prodi avrebbe usato toni pacati, ma senza nascondere che il segnale arrivato ieri è tutt’altro che incoraggiante, in vista della Finanziaria: «Quello che è accaduto ieri è preoccupante», avrebbe detto il premier ai ministri, sia pure sottolineando che l’affondo della Cdl non è andato a bersaglio e che il centrodestra non ha mostrato grande compattezza. Secondo quanto viene riferito, però, il premier non avrebbe drammatizzato la sua analisi, nè fatto cenno a sospetti di complotti. Ma avrebbe invitato i ministri ad una assunzione di responsabilità. Preoccupazione, quella del premier che, al di là dei toni "felpati" che avrebbe usato nasconde nervosismo per l'ennesima bruta prova della maggioranza e di conseguenza del governo.

Difficile andare avanti a suon di colpi di mano, come è avvenuto con la Rai, con la maggioranza costretta a fare un precipitoso retromarcia ritirando l'emendamento. Il gioco dei veti, il "manovrismo" dei cespugli prefigura ancora una volta uno scenario preoccupante per il governo. C'è da chiedersi per chi sarà caldo questo autunno...

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