Maria Sorbi
La Finanziaria si abbatte come una falce sul bilancio regionale della Lombardia. E, come in ogni famiglia che si rispetti, anche al Pirellone ci si è riuniti intorno a un tavolo per analizzare entrate e uscite, far quadrare i conti e vedere dove è possibile tirare la cinghia e risparmiare. Sia sulle voci del bilancio da 20 miliardi di euro del 2006, sia sul bilancio 2007, in fase di stesura, che si aggirerà su una cifra simile.
La spesa corrente libera (cioè i soldi da investire in trasporto pubblico, educazione e formazione) al momento ammonta a 1,9 miliardi di euro. Dopo la manovra subirà un taglio di 100 milioni, l1,8% delle spese in conto capitale rispetto al 2005. Altro salasso per gli investimenti già autorizzati per il 2007: sui 924,3 milioni previsti bisogna calcolare un taglio di 109 milioni. Una cifra che induce il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, a chiedersi «come si può definire di sviluppo una manovra che taglia gli investimenti?». Quando si discuterà la manovra di bilancio bisognerà quindi decidere come spalmare i tagli, senza penalizzare ovviamente solo un settore ma limando i progetti un po qua e un po là e tentando di ridurre il più possibile il sacrificio di spesa.
Con numeri e penna alla mano, Formigoni parla di «una scure che colpirà le aree del nostro bilancio che fino a ora siamo riusciti a difendere dai vari decreti taglia spese e dalla manovre precedenti». Previsione immediata: «Gli effetti sui cittadini e sulle imprese saranno notevoli».
Le sanzioni previste dalla Finanziaria per chi non rispetterà i vincoli del patto di stabilità si rivelano fin da subito pesanti: aumento dellimposta regionale sulla benzina, aumento del 5% della tassa automobilistica, blocco delle erogazioni di cassa sul fondo sanitario.
Dopo tutti gli sforzi fatti per mettere in pari le entrate e le spese per la sanità, per avere i conti in ordine a ogni voce e per meritarsi giudizi di tutto rispetto da parte delle agenzie di rating, ora il presidente lombardo è assalito da un timore pensando ai tagli sulle finanze di casa propria: «Mettere il bastone tra le ruote alla locomotiva lombarda può fermare lintero treno dellItalia. La nostra non vuole quindi essere una guerra nei confronti del governo Prodi, ma ci stanno a cuore le sorti delle nostre imprese, i servizi per i nostri cittadini. Servizi che, purtroppo, vediamo fortemente minacciati da una manovra che si pone un obbiettivo condivisibile, come quello del rigore dei conti pubblici, ma che per perseguire tale risultato utilizza strumenti fortemente inadeguati».
In Regione Lombardia si teme inoltre una sorta di doppio strangolamento per le finanze locali: quello diretto, dovuto ai tagli previsti dalla manovra, e quello determinato dai tagli agli enti locali. «Per questo sarà impossibile - ragiona Formigoni - garantire a province, Comuni e comunità montane i flussi finanziari degli anni precedenti».
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