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Cara Giorgia, non inseguire il consenso

I sondaggi dicono che stai riscuotendo un successo crescente perché hai fatto quasi tutto bene, salvo la gaffe internazionale con Macron.

Cara Giorgia, non inseguire il consenso

Cara Giorgia, permettimi di seguitare a darti del tu. I sondaggi dicono che stai riscuotendo un successo crescente perché hai fatto quasi tutto bene, salvo la gaffe internazionale con Macron. È utile ricordartelo oggi, perché oggi i tuoi consensi nel sondaggi sono saliti. E potresti essere tentata di rallegrartene mentre faresti bene a diffidarne perché è tutta fuffa e quel genere di successo potrebbe ingannarti: quando si fa la voce grossa, si cade invariabilmente nello schema del celebre sketch di Ettore Petrolini, quando nei panni di Nerone non riusciva a pronunciare il suo discorso perché la folla, appena lo vedeva, delirava gridando «Bravo!» E lui riusciva solo a dire «Grazie!» La serie di quei «bravo -grazie» resta una forma comica leggendaria da cui faresti bene a stare alla larga. Ti abbiamo però molto apprezzato quando, dopo esserti abbandonata a quella urlata imbarazzante in Spagna all’incontro di Vox, un giornalista del New York Times ti chiese perché avessi commesso un errore così grossolano e tu con candore hai risposto: «Ero stanchissima e quando sono così stanca divento isterica». Quella ammissione di fragilità era la prova di una virtù: quella di saper ammettere e dunque correggere i propri errori e fragilità.

Ma quegli errori sono anche la droga che spiace a quelli che urlano «bravo-grazie», quelli del consenso più effimero e faresti bene a non incoraggiarlo, se vuoi fare la statista.

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