Chi è il prof odiatore che ha augurato la morte alla figlia della Meloni

Docente campano, posta in continuazione sui social messaggi contro il governo e Israele

Chi è il prof odiatore che ha augurato la morte alla figlia della Meloni
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Buoni. Buonissimi. Aperti. Apertissimi. Intolleranti. Intollerantissimi. Perché a sinistra, dove regnano i buoni sentimenti, in realtà vige la regola dell’odio. L’avversario? Fa sempre schifo. Deve essere odiato. Non è un uomo. Anzi: una donna, come nel caso del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. E deve essere odiato, fino alla settima generazione, come insegnano le sacre scritture. Per cui pure la figlia della premier deve fare la fine di Martina, la ragazza uccisa ad Afragola. Deve morire.

Ma chi è l’odiatore tipo? Ci sono elementi comuni tra il docente campano, che ha scritto il post che sta girando sui social - e anche sui giornali - e il tipo umano che domina a sinistra e che, pur predicando bene, razzola parecchio male. Prima caratteristica: odia la Meloni. E vabbè, è un politico, per di più è il presidente del Consiglio, per cui ci sta. Seconda caratteristica: è un animalista sfegatato. E poco importa che proprio il governo abbia da poco promulgato una legge che tutela i nostri amici a quattro zampe. Terza caratteristica: pur difendendo le donne ama fare body shaming. Per cui la Meloni diventa la “nana”. E vengono postate sue foto, anche create con l’intelligenza artificiale, con scritto: “Quando vuoi descrivere una persona falsa… brutta dentro…mostra questa foto”. Quarta caratteristica: sa tutto. Spazia dalla geopolitica al caso di Garlasco, ovviamente insultando i giornalisti che non capiscono nulla. Quinto: rilancia continue fake news, che spaccia come notizie sensazionali (come quella degli acquisti dell’onorevole Augusta Montaruli), fregandosene che siano delle balle colossali. Sesto: odia Israele con tutto se stesso. “L’allievo ha superato il maestro. Il bacio della vergogna”. E poi: “Stop genocidio”, si legge sotto l’immagine di Benhamin Netanyahu e Adolf Hitler che si baciano. Ci sono poi, ovviamente, i post contro Donald Trump (meglio se accompagnato dalla Meloni).

Posta in continuazione. E il suo profilo è quello di tanti altri, spesso boomer, che vivono online.

E che riversano il proprio micromondo fatto di animali e di minacce sui social. Odiano e non hanno paura di urlarlo al mondo. Senza capire che, anche nell’etere, si possa essere pesanti. E, soprattutto, che si possa rischiare. Perfino di perdere il posto.

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