Ancora una volta, il sindacato di Maurizio Landini ha scelto un venerdì per proclamare l'ennesimo sciopero generale: il 12 dicembre. La Cgil, attraverso il suo segretario, alza il tiro e rispolvera la "patrimoniale", proponendo un contributo a carico dei più ricchi, e conferma quanto minacciato lo scorso 25 ottobre: o cambia la manovra o sarà sciopero. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, però, non arretra. "Una volta che abbiamo cercato di ovviare non per i ricchi ma per quelli che guadagnano cifre ragionevoli, siamo stati massacrati da coloro che hanno la possibilità di massacrare. Ma non è un problema, perché riteniamo di essere nel giusto", ha dichiarato il titolare del Mef. "Nessuno vuole massacrare Giorgetti. Quelli che oggi sono massacrati sono gli italiani, sono i lavoratori dipendenti, sono i giovani, sono i precari, sono le donne. Questi sono quelli massacrati da questa crisi", la replica di Landini.
La replica di Landini, al quale è stato fatto notare che gli scioperi sono convocati sempre in date che allungano il weekend, non è tardata ad arrivare a margine del Forum delle relazioni industriali 2025 in Assolombarda. E ancora una volta il segretario della Cgil cerca di accendere le braci invitando esplicitamente alla "rivolta" i cittadini e i lavoratori. Questo, dice, "è il momento che la gente si rivolti, deve scendere in piazza, deve mobilitarsi, deve dire basta". E se il governo non vuole lo sciopero, ha aggiunto, "hanno uno strumento molto preciso quello di riaprire una trattativa vera con i sindacati e di cambiare una legge di Bilancio sbagliata, che fa pagare ancora una volta i lavoratori dipendenti e i pensionati". Secondo Landini, "bisogna non tassare il lavoro dipendente e i pensionati, bisogna tassare la rendita finanziaria, la rendita immobiliare, i profitti. E abbiamo chiesto dentro questo anche un contributo di solidarietà a 500.000 persone cioè a quelli che sono più ricchi che in questi anni hanno aumentato la loro ricchezza". Contributo di solidarietà che, tradotto, vuol dire solo una cosa: patrimoniale.
Alle polemiche sul giorno scelto per lo sciopero, Landini cerca di sviare sottolineando che "quando uno decide di scioperare rinuncia al proprio stipendio. Quindi non c'entra la giornata in cui lo fai, c'entra il peso in cui lo fai".
Ma i numeri reali smentiscono la narrazione dell'adesione di massa dei lavoratori che cerca di portare avanti il sindacato, parlando di "peso": lo scorso settembre, nel giorno dello sciopero generale per la Palestina che avrebbe dovuto bloccare il Paese sono state del 5,9% sul totale dei lavoratori. È evidente che sono sempre meno quelli che decidono di dar retta a Landini e ai suoi scioperi generali proclamati di venerdì.