
Giorgia Meloni è intervenuta al Forum in Masseria a Manduria e ha fatto il punto su molti temi di politica italiana ed estera, toccando i principali argomenti caldi del momento. Tra quelli senza dubbio più rilevanti ci sono gli sviluppi sul conflitto tra Russia e Ucraina, soprattutto alla luce degli ultimi accadimenti. "Gli Stati Uniti non hanno interrotto la fornitura di armi e il sostegno all'Ucraina, hanno rivisto la decisione di fornire specifiche componenti", ha spiegato il premier, sottolineando che questo è, ovviamente, "rilevante ma ben diverso dal totale disimpegno americano che si è raccontato".
Lei personalmente oggi ha "sentito Donald Trump con cui ho parlato" di Ucraina ma anche dei dazi, sui quali "spero in sviluppi positivi", ha aggiunto. In tal senso, "possiamo dirci soddisfatti per aver ricostruito un dialogo" con gli Stati Uniti ma "vedremo nei prossimi giorni cosa succederà. Io non posso dirlo". La Commissione europea, ha proseguito il premier, "segue la trattativa con gli Stati Uniti sui dazi, noi abbiamo lavorato perché tra le due sponde dell'Atlantico ci fosse un rapporto franco, ma costante, teso a cercare di risolvere insieme i problemi". Tornando alla guerra ai confini esterni dell'Unione europea, la Russia, ha sottolineato Meloni, "a differenza dell'Ucraina non si sta impegnando per la pace" e in tal senso "occorre esercitare pressione".
Sul fronte della politica interna, invece, il premier ha parlato della riforma della legge elettorale, spiegando che "per come la vedo io le leggi elettorali sono materia di competenza parlamentare, non c'è nessuna iniziativa del governo, personalmente credo che sarebbe positivo avere una legge elettorale che vada bene anche quando venisse approvato il premierato, in quel caso il proporzionale con indicazione del premier e premio di maggioranza sarebbe una legge 'giusta'". Sulle preferenze, invece, "la mia posizione è conosciuta, le altre posizioni sono variegate e non so dire quale sarebbe l'esito". Sui tempi, quindi, spiega che "dipendono dal parlamento, per me è importante realizzarle. Se il referendum sul premierato si terrà nella prossima legislatura non si potrà dire che è una riforma che garantisce noi stessi e si potrà parlarne nel merito".
Meloni ha affrontato anche il tema della cittadinanza e dello ius scholae e a tal proposito ha ricordato che il centrodestra "è composto da forze politiche diverse, da sensibilità diverse, altrimenti saremmo un partito unico, ma questa è anche la ragione per la quale ci siamo dotati di un programma di governo". Ora, ha aggiunto, "penso che sarebbe utile per tutti concentrarsi sulle priorità indicate nel programma, il tema della riforma della cittadinanza non è tra queste". E sul tema dell'immigrazione e dei centri in Albania ha ribadito la sua ferma convinzione a procedere con questo esperimento, annunciando che il "piano Albania va avanti, nonostante gli abbastanza evidenti tentativi per evitare che questa iniziativa non abbia successo, dovrebbe farci riflettere sul ruolo della politica e di altri poteri dello Stato". Ma è "un'idea di successo e non è un caso che altri Paesi ci stiano pensando".
Sul tax credit, quindi, il premier ricorda che il ministro Sangiuliano "aveva toccato un nervo scoperto. Il caso Kauffman è solo l'epilogo più drammatico e scandaloso di un sistema che negli anni ha generato delle vere e proprie truffe" ma, ha aggiunto, "ha anche costruito un meccanismo distorto che consentiva di finanziarie con centinaia di migliaia, se non milioni, di euro dei cittadini film che alla fine guadagnavano poche decine di migliaia di euro". Il mercato del lavoro, invece, "continua a registrare numeri record e i dati Istat relativi al mese di maggio lo confermano. Merito soprattutto delle imprese, del sistema produttivo, dei lavoratori, dell'affidabilità e della stabilità del governo e anche della serietà del ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti".
Non è mancato il tempo per affrontare anche temi europei, a partire dal green deal europeo, in merito al quale Meloni si è definita "una persona ottimista, forse si potrebbe dire ingenua, ma sono abituata a pensare che prima o poi in ogni contesto il buon senso ha la meglio sull'ottusità ideologica. È la ragione per la quale continuo a essere convinta che anche in ambito europeo riusciremo a superare le regole assurde che l'Europa si è autoimposta negli anni che hanno soffocato la nostra competitività quanto la prospettiva di crescita industriale". E sul clima ha ribadito di non condividere "la proposta della Commissione europea di inserire nuovi target intermedi al 2040. Penso che sia il contrario di quello di cui abbiamo bisogno e porterò la questione nelle sedi competenti". Sul riarmo, invece, il premier ha sottolineato che "facciamo tutti quanti la nostra parte.
È ovvio che il tema di un comune rafforzamento della difesa e di rafforzare i rapporti commerciali siano due facce della stessa medaglia. L'aumento delle spese per la difesa dell'Europa può facilitare un accordo di buon senso sui dazi".