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Dopo la Schlein, ora anche Prodi getta fango sull'Italia

L'ex presidente del Consiglio torna ad attaccare l'esecutivo Meloni e promuove la ricetta giallo-rossa

Dopo la Schlein, ora anche Prodi getta fango sull'Italia

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“L'Italia deve vergognarsi”. Prodi attacca il governo sul salario minimo

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Le critiche aspre al governo Meloni: dal niet sul salario minimo alla prossima legge di Bilancio. Gli attacchi diretti al leader del Carroccio, Matteo Salvini, reo di aver criticato l’operato europeo del commissario Paolo Gentiloni. E infine un attacco velato al nuovo corso del Partito democratico, vicino alla Ztl e lontano dalle istanze periferiche. L’ex premier e leader de L’Ulivo, Romando Prodi, torna a fare il professore.

Prodi si scaglia contro il governo

Il primo ad essere bacchettato è ovviamente il governo di centrodestra. Il modus operandi di Prodi è sempre lo stesso: criticare un provvedimento specifico per bocciare l’intero operato dell’esecutivo. Il refrain, più volte utilizzato in passato, oggi viene scandito perfettamente in un’intervista a La Stampa. L’attacco del professore viaggia su due binari: salario minimo da una parte e legge di Bilancio dall’altra. I 9 euro lordi all’ora su cui punta l’ammucchiata rossa, dem da un lato e grillini dall’altro, è diventato l’ultimo cavallo di battaglia della sinistra. Il niet di Giorgia Meloni, che ha contemporaneamente deciso di affidare il compito al Cnel, non convince Romano Prodi.

La critica del professore bolognese, però, non ha il senso della misura.“Se noi non garantiamo sei euro netti all’ora a chi lavoro – sentenzia Prodi – perché questo sono i 9 euro lordi, siamo un Paese che deve vergognarsi”. Il “no” del governo Meloni sulla battaglia della sinistra non è permesso. Le perplessità sul salario minimo, dall’indebolimento della contrattazione collettiva al possibile aumento del lavoro irregolare, non sono accettabili. La logica dell’ex premier non ammette sfumature: il salario minimo legale va concesso a qualsiasi costo.

Lo stesso identico discorso vale, per motivi differenti, sulla prossima legge di Bilancio. Qualsiasi critica all’operato dell’Unione europea e ogni singolo dubbio sulla riforma del Patto di stabilità vanno nel dimenticatoio. Le dichiarazioni del vicepremier Salvini nei confronti del commissario Gentiloni sono inammissibili. La logica di Prodi è una sola: l’Unione europea è intoccabile.“Il leader della Lega – spiega Prodi – strumentalizza a uso politico qualsiasi cosa gli sembra possa essere gradita al palato di chi deve ingoiare le sue parole”. Le sue dichiarazioni sono bollate come “un’uscita di copertura”. La colpa, ovviamente, non è di Gentiloni. “Un commissario – si difende l’ex premier – non è un prezzolato del governo, deve essere un vero arbitrp e come tale si sta comportando”.

La critica alla sinistra Ztl

Insomma, la solita retorica anti-governativa firmata Romano Prodi. Con una piccola novità: anche la sinistra non è esente da colpe e omissioni. Le politiche massimaliste di Schlein e soci si scontrano con la cosiddetta “sinistra Ztl”, una realtà riconosciuta dallo stesso Prodi.“Attenzione – bacchetta Prodi – la sinistra non ha saputo unire le due Italie. Faccio un esempio emiliano: il Pd domina fino a 4 chilometri della via Emilia ma perde città ricchissime come Carpi e Mirandola”.

Il cosiddetto muro della Ztl: Elly Schlein e soci da una parte, periferia e lavoratori dall’altra.

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