Confindustria incassa un primo segnale di apertura dal governo e guarda con attenzione al passaggio parlamentare della manovra, dove potrebbe arrivare la svolta sulla stabilizzazione delle misure per gli investimenti. Domenica scorsa il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti si era augurato di poter stabilizzare «iperammortamenti e superammortamenti, perché sono quelli che in qualche modo danno un impulso quasi automatico per rinnovare, investire, migliorare». Renderli pluriennali, aveva detto, «sarebbe una bella cosa perché forniscono agli investitori un quadro di certezza nel tempo e quindi anche la possibilità e la capacità di programmare gli investimenti». Un'apertura che Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ieri ha accolto positivamente, ma non senza rilanciare. Davanti all'assemblea di Federacciai ha spiegato di aver «molto apprezzato il ministro Giorgetti», auspicando che «sia l'apertura a un percorso che sia almeno di tre anni».
Il presidente degli industriali non si è però limitato al tema dell'ammortamento, richiamando con forza anche la questione della Transizione 5.0. «Deve durare fino al 31 dicembre 2025, punto. Il problema lo hanno generato loro e lo devono risolvere loro», ha detto. Orsini ha confermato l'impegno di Confindustria «perché non si lasci indietro nessuno», cioè le imprese che intendono ancora accedere al programma, «altrimenti viene a mancare la fiducia tra imprese e istituzioni». Dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, intanto, fonti rassicurano che «la piattaforma per le prenotazioni relative a Transizione 5.0 è tuttora aperta e lo sarà sino al 31 dicembre».
Mentre gli industriali spingono per la certezza sugli investimenti, la partita parlamentare sulla legge di Bilancio entra nella settimana decisiva. La Commissione Bilancio ha fissato al 14 novembre, entro le 10 del mattino, il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti. Da quel momento si aprirà la fase più calda, destinata come di consueto a confluire nel maxiemendamento del governo. Fra i temi più discussi resta la tassazione sugli affitti brevi: nel testo attuale la cedolare secca rimane al 21% solo per chi affitta una singola unità immobiliare direttamente, mentre sale al 26% per le locazioni gestite tramite intermediari o portali. Una misura che però incontra la contrarietà di Forza Italia e del suo leader Antonio Tajani nonché della Lega, entrambe intenzionate a eliminarla. Proprio la Lega, con il suo pacchetto di emendamenti, mira a imprimere la propria impronta alla manovra. Tra le proposte in campo c'è la flat tax al 5% per i giovani fino a 30 anni assunti a tempo indeterminato e una decontribuzione per tre anni per le aziende che li assumono.
L'agevolazione, nelle intenzioni del Carroccio, potrebbe essere estesa fino ai 36 anni in caso di rientro dei cervelli dall'estero.Salvini non ha escluso interventi anche su altri fronti. «I margini ci sono su tutto, so che Claudio Durigon sta lavorando su quello», ha detto, riferendosi alla possibilità di nuovi ritocchi sulle pensioni.