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Meloni annuncia la svolta all’assemblea Anci: "Definire meglio l’abuso d’ufficio"

L’obiettivo del governo è tutelare gli amministratori locali. Ciò non significa avvantaggiare i furbi, ma salvaguardare gli onesti

Meloni annuncia la svolta all’assemblea Anci: "Definire meglio l’abuso d’ufficio"
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“Dal momento dell'avviso di garanzia all'assoluzione passano anni, reputazione e famiglie vengono distrutte, non possiamo lasciare gli amministratori locali in balia di norme penali così elastiche da prestarsi a interpretazioni molto arbitrali”. Il premier Giorgia Meloni ha utilizzato il palcoscenico dell’assemblea Anci in corso a Bergamo per chiarire il suo pensiero su un punto molto caro ai sindaci d’Italia: la modifica di alcuni reati contro la Pubblica amministrazione. In videocollegamento, il presidente del consiglio ha puntualizzato: “Penso che sia arrivato il momento di affrontare il tema della responsabilità degli amministratori locali. Non si tratta di salvaguardare i furbi ma di tutelare gli onesti che vogliono fare bene il proprio dovere”.

Il reato di abuso d’ufficio

La spada di Damocle per i sindaci e gli altri amministratori locali è il reato di abuso d’ufficio. Spesso queste persone sono chiamate a interpretazioni che rendono rischiose le loro scelte e a volte capita di rimanere imbrigliati nelle maglie della giustizia per inezie. “Assistiamo – ha continuato il premier – al fenomeno della cosiddetta paura della firma. Un amministratore oggi non sa se il suo comportamento verrà domani giudicato come criminoso. La statistica – ha detto rivolgendosi proprio ai sindaci – la conoscete meglio di me, è drammatica: il 93% delle contestazioni di abuso d'ufficio si risolve con assoluzioni o archiviazioni”. Per questo motivo il presidente Meloni ha assicurato che il governo si metterà al lavoro per modificare alcuni di questi reati che tolgono il sonno agli amministratori locali.

La paura della firma

Una delle conseguenze della farraginosità della Pubblica amministrazione è l’immobilismo amministrativo. Sono diversi i sindaci che, per timore, preferiscono non sottoscrivere atti scivolosi dal punto di vista giudiziario. “Non possiamo arrenderci alla paura della firma – ha evidenziato il premierperché inchioda una nazione che invece ha un bisogno disperato di correre e di liberare le sue energie. Bisogna mettere gli amministratori locali in condizione di potere firmare serenamente, di sapere oggi per domani se quella firma costituisce o meno un reato, di avere certezze in merito al perimetro del lecito e dell'illecito”. In sostanza, però, il governo non darà il via libera a immunità funzionali, non ci saranno impunità, ma regole certe per sapere quale sia il perimetro della legalità entro cui muoversi.

Gli altri punti toccati dal premier

Il presidente del consiglio si è soffermato anche su altre questioni importanti nel corso del suo intervento all’Anci. Sul Pnrr ha chiesto ai sindaci un maggior coordinamento, prevedendo un’accelerazione sul programma. In merito al caro energia Meloni ha sottolineato che gli interventi per calmierare le bollette per le imprese e per le famiglie costano agli italiani circa 5 miliardi di euro al mese. “Se non interverrà la commissione europea – ha spiegato – sarà ovviamente difficile continuare a far fronte a questi costi”. Infine, spazio ai progetti futuri.

“Noi vogliamo dare vita ad una nuova stagione di riforme – ha concluso – che va scritta nell'ambito di un quadro di coesione nazionale che prevede due direttrici: presidenzialismo e attuazione dell'autonomia differenziata, il nostro lavoro intende muoversi nel solco dalla Costituzione”.

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