Urbanistica a Milano, Nordio: "Senza riforma gli indagati ora sarebbero in carcere"

Dal caso di Milano alla riforma della Giustizia, il ministro Carlo Nordio è stato intervistato al Caffè de La Versiliana

Urbanistica a Milano, Nordio: "Senza riforma gli indagati ora sarebbero in carcere"
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Il ministro Carlo Nordio è stato ospite del Caffè de La Versiliana, intervistato da Stefano Zurlo, giornalista de Il Giornale. L'incipit non poteva che essere il terremoto giudiziario che ha travolto il Comune di Milano: "Di questa cosa ho avuto conoscenza in auto mentre arrivavo da Roma. Non posso esprimermi sul merito ma posso dire una cosa: per queste persone è stato chiesto l’arresto, quindi la carcerazione o domiciliari. Prima della riforma voluta da me queste persone sarebbero in carcere e successivamente interrogate".

Il ministro ha poi aggiunto: "Ora abbiamo invertito i ruoli per enfatizzare la presunzione di innocenza. Prima ti interrogo poi se questo interrogatorio a difesa non mi convince faccio scattare la custodia cautelare, caso ha voluto che questa riforma oggi si applichi a persone che non appartengono al nostro schieramento politico. La mia curiosità è sapere come quello schieramento politico, che si era opposto, giudica questa riforma". Avendo fatto Tangentopoli e inchiesta Mose, ha aggiunto Nordio, "posso dire che è una materia in cui i controlli preventivi non sono abbastanza. Dove circola molto denaro e vi è una forte discrezione amministrativa è facile che qualcuno venga indotto in tentazione ed è facile che vi sia una mal interpretazione degli investigatori. Prima di mettere una persona in catene bisogna pensarci 10 volte. Oggi questa riforma viene applicata a persone di partiti che non la volevano".

Questa riforma, ha proseguito Nordio, "è stata un po’ sofferta, arriva in Senato dopo la lettura alla Camera, poi ci sarà una seconda doppia lettura più rapida e poi se lo chiederanno ci sarà un referendum e spero si faccio, quindi è bene che si pronunci il popolo italiano. La separazione delle carriere è l’incipit di questa riforma. Ora è una giustizia di famiglia, questa riforma ha trovato una opposizione ferrea della magistratura. Poiché negli anni passati la politica era intimorita dalla magistratura, molti hanno pensato accadesse lo stesso. Senza contare che il ministero della giustizia è guidato da un magistrato che ha esercitato per 40 anni con decenza e conosce tutte le sfumature della magistratura. Non essendo ricattabili andremo fino in fondo". E rispondendo indirettamente alle polemiche, il ministro ha ribadito che "il pm continuerà a essere autonomo e indipendente e attribuirci cose che non sono ipotizzate vuol dire fare un processo alle intenzioni".

Il dialogo si è poi spostato sul caso di Garlasco, la condanna di Alberto Stasi e la nuova indagine: "Noi abbiamo tre gradi di giudizio, Corte d’Assise, corte d’Assise d'Appello e Corte di Cassazione. La corte d’Assise e la corte d’Asssise d’Appello, che hanno assolto due volte di seguito, o non hanno letto le carte.... La Cassazione non può valutare su elementi sopravvenuti e se è successo questo hanno sbagliato". Invece, sull'ipotesi di liberare le carceri, il ministro ha spiegato: "Non è facile da spiegare: la legge c'è già e dice che se sei in procinto di terminare la pena e ti stai comportando bene hai diritto a chiedere una forma di detenzione modificata. Ci sono 10mila detenuti che potrebbero godere di questa soluzione alternativa ma bisogna vedere se hanno fatto la domanda, quanti le hanno fatte e sono state respinte, quante sono state fatte e giacciono sul tavolo dei giudici di Sorveglianza, che sono pochi e sotto organico".

Sul caso Almasri, il ministro Nordio ha detto: "Attendo con serenità e rispetto la decisione del tribunale dei Ministri. Quello che dovevo dire l’ho detto in parlamento".

Articolo in aggiornamento

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