Superbonus e reddito: la scure di Meloni contro le follie grilline

Superbonus e Reddito di cittadinanza: Giorgia Meloni a Porta a Porta boccia le misure avviate dai governi di Conte

Superbonus e reddito: la scure di Meloni contro le follie grilline
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Giorgia Meloni è stata ospite insieme al direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, alla prima puntata stagionale di Porta a Porta, lo storico programma di Rai uno condotto da Bruno Vespa. Il premier e il direttore hanno scritto insieme il libro "La versione di Giorgia", una lunga intervista nella quale il presidente del Consiglio attraversa il primo anno di governo e guarda al futuro. Durante la partecipazione al salotto del giornalista Rai, Meloni ha messo il focus sulle misure economiche, in particolare sui correttivi che il governo sta attuando per cercare di recuperare il disastro causato dai bonus elargiti a pioggia dai governi Conte, in particolare Superbonus e Reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza

"Rivendico quanto abbiamo fatto con il reddito di cittadinanza", ha detto il premier, da sempre in prima linea contro l'assegno di sussistenza elargito con eccessiva manica larga dal Movimento 5 stelle, costato miliardi di euro dalle casse pubbliche: "Uno Stato giusto non mette sullo stesso piano chi non può lavorare e chi sì". È su questo principio che si basa il nuovo concetto introdotto dal governo in carica: "Non togliamo reddito agli invalidi, agli over 60 e chi ha minori a carico, lo perde chi è in grado di lavorare e ha figli a carico, noi pensiamo un forte incentivo per entrare nel mercato del lavoro. Sulla piattaforma abbiamo 50 mila persone iscritte, a fronte di 70 mila posti di lavoro, le opportunità ci sono per chi vuole lavorare".

La nuova piattaforma Siisl, ha aggiunto il premier, oggi conta "circa 50mila persone iscritte a fronte di 70mila offerte di lavoro e 750mila posti di formazione professionale per cui è previsto un rimborso spese. Le opportunità ci sono". Ma un passaggio Meloni l'ha dedicato all'inchiesta aperta dalla procura, secondo la quale la gestione del Reddito di cittadinanza sarebbe finita nelle mani della camorra: "Se fosse vero che c'è qualcuno che gestisce i soldi del reddito di cittadinanza, cioè la camorra, su questa cosa bisogna andare fino in fondo. A Caivano avete intervistato la mamma di una delle ragazze violentate, e questa signora dice una cosa che ho trovato spaventosa, è percettrice di reddito di cittadinanza, il giornalista chiede: gestiva lei queste cose? No? E chi le gestiva? Non lo so. Ecco, il non lo so è spaventoso, molti di noi sospettano la stessa cosa. Spero che la magistratura vada fino in fondo".

Superbonus

Ma c'è anche il superbonus nel mirino di questo governo, una misura che ha causato un enorme buco nel bilancio dello Stato. "Giuseppe Conte ha fatto campagna elettorale gratuitamente, ma i costi sono stati scaricati sui governi che venivano dopo", ha denunciato Meloni, specificando che "le misure per l'edilizia sono sempre utili ma vanno fatte con criterio". Snocciolando alcuni numeri, il premier spiega: "Questa misura è costata a ogni italiano oltre 2mila euro a persona, anche ai neonati: per ristrutturare meno del 4% del patrimonio immobiliare italiano, molte seconde case, case di pregio e addirittura castelli".

Ciò significa che tutti i bonus edilizi avviati dal governo Conte "sono costati a oggi circa 140 miliardi, mediamente una legge di bilancio per un anno vale 20-30-35 miliardi, questo per capire l'ordine.

Qualcosa non deve avere funzionato visto che era stato stimato un costo di 36 miliardi e per il bonus facciate un costo di 5 miliardi ed è costato 25 miliardi". La risposta è semplice: le stime erano sbagliate. "E poi c'è anche il tema di come queste norme erano state scritte, se abbiamo 12 miliardi di euro di truffe".

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