I punti chiave
Quello dell'immigrazione è uno dei fronti su cui il governo di centrodestra è pronto a intervenire per una stretta contro chi non ha più il diritto di restare nel nostro Paese. Ad annunciare un'imminente azione di contrasto all'illegalità è stato Antonio Tajani, che ha anticipato alcune nuove regole per mettere il bastone tra le ruote all'immigrazione clandestina. Di recente il ministro Matteo Piantedosi ha sottolineato che nell'ultimo anno vi è stato un incremento delle espulsioni del 30% circa, ma l'esecutivo intende fare ancora di più e in maniera tempestiva.
L'emergenza immigrazione
Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, intervistato dal Corriere della Sera, ha innanzitutto posto l'attenzione sul fatto che il problema dell'immigrazione illegale riguarda crisi preesistenti al governo attualmente in carica ma anche nuove: a tal proposito ha citato gli esempi della rotta balcanica, della spinta dal Continente africano, delle crisi in Afghanistan, in Pakistan e oggi pure in Niger "che era un Paese impegnato nel contenimento dell'esodo".
Fin da subito l'esecutivo ha riservato grande rilievo agli accordi in Tunisia, che dal suo canto sta facendo quanto possibile. Nelle ultime ore è avvenuto un sequestro a Sfax 4 di imbarcazioni pronte a partire, armi, denaro. Tajani ha però rimarcato la presenza di due problemi che ha definito "enormi": da una parte quello dei finti pescherecci che partono dalla Libia "e, guidati da trafficanti di uomini, arrivano a Sfax e caricano migranti"; dall'altra quella della difficoltà di intervento a causa della scarsità dei mezzi e degli uomini a disposizione. "Ci sono forze armate che fanno turni massacranti, ma non riescono a frenare il flusso", ha spiegato.
Il segretario di Forza Italia ha chiesto di applicare il prima possibile il memorandum europeo che destina 100 milioni alla Tunisia per affrontare la crisi migratoria in questione: "Noi possiamo far avere loro grazie a quei fondi motovedette che sono in rifacimento, come possiamo mettere a loro disposizione Guardia di Finanza e Polizia per la formazione dei loro militari e forze dell'ordine addetti alle operazioni di controllo e contenimento".
La stretta per i rimpatri
Risale a ieri la polemica tra i sindaci di sinistra e il ministero dell'Interno. Alcuni primi cittadini rossi hanno improvvisamente indossato il casco e hanno esternato lamentele per la gestione dei minori non accompagnati, ma dal Viminale una fonte ha smontato le posizioni ideologiche smascherando i fini puramente politici della linea pregiudiziale che può mettere a rischio il territorio e il sistema generale del Paese.
"Tutta l'Italia si sta caricando un peso che dovrebbe essere dell'intera Europa, e stiamo lavorando nella UE per questo", ha affermato Tajani. Che ha voluto porre l'accento sull'operato del ministero dell'Interno che si sta spendendo per una più equa redistribuzione dei migranti. Non solo: il vicepresidente del Consiglio ha annunciato che "prestissimo" verranno messi nero su bianco nuovi meccanismi "più stringenti ed efficaci" per i rimpatri di chi non ha diritto di essere accolto.
Il piano sicurezza
A settembre il governo partorirà un decreto che rafforzerà il sistema sicurezza in Italia con diversi interventi. Il che potrebbe tradursi in maggiori risorse sulla videosorveglianza, nel ripristino dei militari di Strade Sicure, in assunzioni massicce.
Oltre a tutto ciò verrà toccato anche l'ambito immigrazione, potenziando il sistema delle espulsioni (in particolar modo di chi si è mostrato pericoloso) e prevedendo procedure più veloci per la realizzazione dei Cpr (Centri di permanenza per i rimpatri).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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