Gradoli, si scava intorno alla villa dei misteri

Gradoli: si scava nella villa dei misteri. Ruspe al lavoro da giorni nel paesino alle porte del lago di Bolsena, oramai da un mese al centro di un giallo destinato a restare tale. Movimenti recenti di terra avrebbero insospettito i carabinieri che ipotizzano scenari raccapriccianti. E mentre gli uomini del Ris cercano nuovi elementi nel giardino dell’abitazione in località Cannicelle, i sommozzatori tornano a scandagliare il fondo del lago.
Che fine hanno fatto Tatiana Ceoban, 36 anni moldava, e sua figlia Elena, 13 anni, scomparse nel nulla dal tardo pomeriggio del 30 maggio? Se lo chiede la madre della donna, Elena Nekitor, 64 anni, amici e compagni di scuola della ragazzina. Soprattutto se lo chiedono i militari e la Procura di Viterbo, decisi ad andare fino in fondo in quella che solo sulle prime era sembrata una fuga anomala. Perché? «Tatiana non avrebbe mai lasciato la piccola Erika nelle mani di Paolo e dei suoi genitori» chiosano quanti conoscono bene la badante. L’inchiesta, avviata dal pm Renzo Petroselli, ruota attorno un unico indagato, Paolo Esposito, 39 anni, convinto che convivente e figliastra stiano bene, chissà dove ma vive. Dall’altra parte ci sono le parole della madre di Tania, messe a verbale la settimana scorsa, sempre più determinata ad accusare Paolo dell’inquietante sparizione. Una storia d’amore finita da tempo la loro, complicata dall’arrivo della prima figlia (avuta dal secondo marito) di Tatiana, almeno stando a quello che Paolo mette nero su bianco sulla richiesta di affido della bambina di sei anni, respinta al mittente dal Tribunale dei minori nel 2007. Periodo scuro per la coppia, soprattutto per l’arrivo della sorella di Tatiana, Ala, di quasi vent’anni più giovane di lei (e di lui), per la quale lo stesso Esposito avrebbe preso una «sbandata». Le indagini dei carabinieri, avviate il 12 giugno con i sigilli all’abitazione per l’ipotesi di sequestro di persona, punterebbero su alcuni video non meglio datati rinvenuti sul pc dell’uomo e su nastri. Ma non solo. Su Esposito, però, non sarebbe emerso nulla in grado di accusarlo di duplice omicidio volontario. Per ora. In attesa dei risultati delle analisi del Ris sui rilievi eseguiti nell’auto e in casa, manca sempre il corpo del reato. Ovvero i cadaveri di Tatiana ed Elena le cui tracce si fermano nelle campagne di Gradoli. Lo dicono i loro cellulari, spenti da quel sabato pomeriggio e che, secondo gli esperti, si trovano a pochi chilometri da Cannicelle in direzione lago. Lo racconta l’assenza di movimenti bancari, pagamenti, prelievi sul conto della moldava. Situazione che escluderebbe un allontanamento volontario delle due.

L’ultima immagine della donna viene registrata in un megastore di Viterbo: assieme alla 13enne, Tatiana paga una videocamera acquistata per filmare la recita di fine anno della piccola che si sarebbe svolta il giorno dopo. E alla quale non ha mai assistito. Strano per una persona decisa a scappare.

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