Silvia Kramar
da New York
Oprah Winfrey, la regina nera dei talk show americani, ha colpito ancora. Ha creato uno spazio televisivo per dare la caccia ai maniaci sessuali e nel giro di venti minuti, promettendo una taglia di 100mila dollari, ha fatto centro. In un paesino del Minnesota, Jean Rosenthal ha riconosciuto nella foto apparsa in televisione un certo William Davis, che le era stato presentato dalla sua vicina di casa Karrie Miller come Mark. «Quando Jean mi ha chiamato», ha ammesso la Miller dopo aver avvertito l'Fbi, «l'ho riconosciuto anch'io e mi sono messa a tremare così fortemente che non riuscivo a tenere in mano la tazza di caffè. Veniva qui tutte alla sera a vedere la televisione».
Davis, soprannominato «l'uomo elastico» per come invogliava le sue vittime a seguirlo con dei giochini fatti di elastici, trascorrerà il resto della vita in prigione. Ma non basta: la trasmissione di Oprah è solo uno dei nuovi espedienti con cui gli Stati Uniti stanno dando la caccia ai violentatori da quando le foto sorridenti di Jessica Lundsford e Sarah Lunde avevano fatto il giro dei media. Le due ragazzine non si conoscevano: una aveva nove anni, l'altra tredici; vivevano in due comunità povere, di operai, in Florida, e un giorno, a distanza di poche settimane, sono state seviziate e uccise da due maniaci. L'America, da quel giorno, non le ha più dimenticate: quella della violenza carnale sui minori, in questo Paese che ama le statistiche, è una piaga incurabile.
Mezzo milione di maniaci sessuali sono schedati sul «registro» dell'Fbi. Di questi, tre quarti sono ormai a piede libero, avendo scontato le loro brevi condanne; una buona metà sfugge ai controlli, cambia casa e città, cambia nome, come aveva fatto «Mark», e torna a colpire. Gli Stati americani cercano di arginare questa catastrofe che colpisce più minorenni, ogni anno, di qualunque uragano, epidemia, tumore e infezione, ma finora hanno sempre fallito. Ecco che adesso l'America scende sul piede di guerra contro i maniaci che, come gli alcolizzati, i drogati, spesso non riescono a cambiare vita.
Mentre sui media americani sta lentamente venendo alla luce il dramma segreto di New Orleans nei giorni catastrofici di Katrina, e cioè le confessioni di donne e bambini violentati nel black out dell'uragano, negli angoli nascosti dello stadio del Superbowl e nelle case semiallagate, i funzionari della contea di Hillsborough, in Florida, hanno varato all'unanimità una legge che vieti ai sex offenders di trovare riparo in un rifugio in caso di un uragano.
Nell'Ohio i procuratori distrettuali stanno obbligando i maniaci a traslocare dalle case vicine alle scuole pubbliche o ai parchi. Migliaia di contee hanno varato la legge chiamata distance marker, cioè pennarello della distanza, col quale tracciare un cerchio del diametro di un quarto di chilometro intorno a scuole, asili, fermate degli autobus e parchi giochi: creando di fatto una zona off limits per i maniaci sessuali.
Paesini e comunità hanno costituito delle pattuglie volontarie che rintraccino i violentatori, li denuncino e facciano in modo che vengano espulsi dall'intera zona.
Nello stato di New York, il governatore repubblicano George Pataki ha fatto di più. Stanco di aspettare che l'assemblea statale votasse a favore di una legge per il confinamento obbligatorio dei pervertiti, dopo aver visto che dall'inizio dell'anno al 20 giugno ben 163 violentatori, scontata la pena, erano stati rimessi in libertà nel suo stato, Pataki ha ordinato alle forze dell'ordine di arrestarli e di rinchiuderli nei manicomi. Un escamotage che finora era stato permesso solo nei casi di qualche pericoloso malato di mente. Una mossa che potrebbe costargli le rielezioni o farlo vincere con un largo margine di voti e applausi: dopotutto la legge del confinamento obbligatorio è già stata varata in ben sedici Stati dell'Unione americana.
Ma c'è chi crede che scacciare i maniaci e obbligarli a vivere altrove non risolva il problema: com'era successo con la formula del Grey-hound, con la quale a migliaia di senzatetto veniva pagato un biglietto di sola andata sui famosi pullman americani, per spedirli in Florida o in California, con la promessa di una vita al sole ed al caldo, provocando una reazione rabbiosa da parte dell'amministrazione pubblica di Miami e di Los Angeles, l'esilio dei maniaci li isolerà ancor di più: in una nuova cittadina, dove nessuno li conosce, dicono gli esperti del National center for missing and Exploited children, saranno ancora più invogliati a colpire.
Ma l'America è stanca di scoprire che, dopo qualche anno di reclusione, migliaia di maniaci tornano a piede libero solo per «contenere i costi delle prigioni». Gli americani sono stanchi di vedere i cartelloni elettronici delle autostrade che lampeggiano con la scritta missing seguita dal nome di un bambino rapito.
Nel luglio scorso l'assemblea statale dell'Alabama aveva votato all'unanimità a favore della castrazione obbligatoria per violentatori di minorenni. Ma il Senato pose il veto.
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