(...) Milano chiama e Roma non risponde, si leva alto il grido indignato del sindaco Letizia Moratti. Il Tavolo Milano, tanto strombazzato dai ministri sinistri, diventa un tavolino da mandare gambe allaria se le richieste accolte a parole poi non finiscono nella legge Finanziaria. E, alla fine, per Milano di soldi non ce ne sono. «Questa Finanziaria - tuona la Moratti - è un oggetto misterioso. È la prima volta che esce dalla commissione Bilancio senza essere stata discussa e approvata. Di certo cè che non tiene conto del fatto che Milano lavora per lintero Paese e che per noi in queste condizioni è davvero difficile andare avanti. Prodi ha saputo solo mettere sessantanove nuove tasse e nessun investimento per lo sviluppo». In compenso gli emendamenti per gli altri sono già pronti. «Nessun rispetto - accusa la Moratti - per limpegno preso dal governo con i Comuni di diminuire da 2 miliardi e 800 milioni a 2 miliardi i tagli agli enti locali. E, invece, alla Sicilia vanno un miliardo e mezzo per le infrastrutture. Mica un emendamentino, una cifra enorme che altera il senso di una Finanziaria. Altri 450 milioni toccheranno a Roma. E molti soldi a Campania e Basilicata, addirittura per il terremoto dell81. Ma per Milano, che da sola produce il 10 per cento della ricchezza nazionale ricevendo in cambio dallo Stato finanziamenti per appena il 3 per cento, a tuttoggi non cè un euro. Nemmeno i soldi per le metropolitane. Progetti e finanziamenti che, per giunta, sono già stati approvati dal Cipe».
«Milano - è intervenuto ieri alla Camera il vicesindaco e deputato Riccardo De Corato - con questa Finanziaria perderà circa 100 milioni di trasferimenti che avremmo destinato in parte per servizi alle categorie bisognose, come anziani e disabili. Nella manovra non cè alcun cenno alle infrastrutture. Un vero e proprio insulto per la nostra città e per tutta la Lombardia, uno schiaffo al nord che non ha votato per questo governo».
Uno scontro ormai inevitabile con Roma. A meno che il Tavolo Milano, convocato per il giorno 20, non riesca a metterci una pezza. «Noi vogliamo credere - lultima proposta di armistizio della Moratti - che il governo creda in Milano». Nel frattempo Palazzo Marino presenta il suo libro dei sogni. I progetti delle grandi opere che solo con un contributo statale potranno diventare realtà. Ma un piccolo miracolo Milano lha già fatto. «Il Comune - annuncia lassessore a Infrastrutture e Lavori pubblici Bruno Simini -, investirà direttamente nei nuovi progetti 1 miliardo e 260 milioni di euro». Una cifra imponente. Ma ancor più imponente è lessere riusciti a trovare i finanziamenti per raggiungere la cifra complessiva di 2 miliardi e 335 milioni. «Nel 2006 - spiega Simini - i cofinanziamenti arrivavano al 25 per cento dellimporto totale. Oggi siamo a quasi il 50 per cento». Qualche speranza in più, allora, per le nuove metropolitane. Per la linea 4 da Lorenteggio San Cristoforo al Policlinico e la prevista estensione fino a Linate, per la linea 5 in project financing da Garibaldi a Bignami e prolungamento fino a Monza da una parte e San Siro dallaltra. Altre fermate anche per la Rossa che arriverà fino a Monza Bettola. Progetti anche per le strade a partire dal prolungamento delle corsie preferenziali sulla circonvallazione della 90-91 da piazza Stuparich a piazzale Brescia. Per la cultura interventi sullArengario, di ristrutturazione della Rocchetta e del cortile ducale al Castello sforzesco, per Planetario, Palazzo della ragione, rotonda della Besana, Palazzo Dugnani e Museo della scienza e della tecnica. Progetti anche per costruire 16mila nuovi alloggi di edilizia pubblica. Per i giovani alla Fabbrica del vapore e per il verde nei parchi Nord, Vettabbia, Sieroterapico e Forlanini. «Ma cè anche un nuovo progetto per lilluminazione - aggiunge Simini -. Labbiamo sempre detto che vogliamo fare di Milano una città più bella e più sicura. Il piano delle opere pubbliche che stiamo presentando è ambizioso, ma realistico.
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