Quando Letizia Moratti decise di cominciare la sua campagna elettorale con l'ascolto della città, probabilmente non prevedeva che avrebbe incontrato soprattutto comitati sorti con obbiettivi ben precisi, che in caso di una sua vittoria elettorale avrebbero provato a passare all'incasso. Pazienza per quelli schierati con il centrosinistra, che per il gioco delle parti non possono oggi pretendere più di tanto. Ma quelli allineati, più o meno apertamente, con il centrodestra, o che hanno addirittura contribuito alla campagna del sindaco, adesso si aspettano di avere un po' di voce in capitolo; e quando si sentono ribattere dalla Giunta che la decisione finale sui singoli problemi non spetta ai cittadini che si mobilitano ad hoc, ma ai rappresentanti eletti dall'intera città, si dicono «preoccupati e indignati» e minacciano di cambiare campo. Essi fanno sicuramente parte di quel venti per cento di milanesi che, stando al sondaggio pubblicato ieri su queste pagine, rinfacciano al sindaco di essere sordo alle istanze della base.
Al centro delle polemiche di questi giorni c'è il progetto City Life, che sorgerà sul terreno della vecchia Fiera e per cui è appena stata firmata la convenzione. Contro questo progetto, che comprende i tre grattacieli per uffici di Liebeskind, Isozaki e Harada, oltre a edifici residenziali per 1.
Grandi progetti e comitati piccoli piccoli
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.