«Grazie al nostro impegno maggior sicurezza negli scali»

Pettinaroli, padre di una delle vittime, ricorda i risultati del comitato «8 ottobre»

Qual è lo stato della sicurezza dell’aviazione civile italiana, trascorsi cinque anni dal disastro di Linate, costato la vita a 118 persone? Se lo sono chiesti i partecipanti al convegno sulla sicurezza dei voli e degli scali aeroportuali, organizzato dalla «Fondazione 8 ottobre 2001».
«Purtroppo - esordisce Paolo Pettinaroli, presidente della fondazione - ci sono volute 118 vittime per poter far venire a galla, in maniera chiara e netta, le numerose falle nella sicurezza dell’aeroporto milanese. Ad oggi, qualcosa è stato fatto, ma sono ancora molte le migliorie che andrebbero apportate se si vogliono raggiungere gli standard di sicurezza che possono vantare Australia e Nuova Zelanda».
Pettinaroli, che quella sciagurata mattina ha perso il figlio Lorenzo, sottolinea come il comitato da lui presieduto, si sia fatto promotore di importanti cambiamenti per l’aeroporto di Linate poiché «sono stati migliorate le segnaletiche di terra e, dove possibile, è stata allungata la pista di atterraggio con una zona di resa».
La forza intrinseca che, da cinque anni a questa parte, spinge la fondazione in questa importante battaglia è quella di trasformare la tragedia di Linate in un’occasione di riscatto e di rilancio per l’intera aviazione nazionale.

«Bisogna stimolare gli addetti ai lavori - conclude Pettinaroli - a seguire con attenzione e responsabilità le regole e gli annessi stabiliti dall’Icao, l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile, se non vogliamo che incidenti come quello di Linate si ripetano». E dalle parole del presidente dell’Enac, Vito Riggio, trapelano aspetti confortanti dato che «dalla mattina dell’8 ottobre, lo sviluppo della sicurezza aeroportuale ha fatto grandi passi in avanti».

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