Greenaway illumina l’Ultima Cena

Il regista inglese ha proiettato luci e immagini sul capolavoro di Leonardo. Sgarbi: «Da ripetere»

Finalmente il Cenacolo è stato illuminato. Ieri alle 18, e per dieci volte nel corso della serata, il grande regista inglese Peter Greenaway ha potuto mettere in scena la sua Ultima Cena. Fine quindi della polemica che aveva visti l’uno contro l’alto armati l’ex assessore alla cultura Vittorio Sgarbi e la soprintendenza regionale per i Beni culturali che si erano opposti alla performance di luce e musica sul Cenacolo per la sua fragilità.
Soddisfatto il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi, per il risultato ottenuto: «Penso che abbiamo fatto uno sforzo significativo per tutelare uno dei monumenti più importanti del mondo. È altrettanto necessario instaurare un colloquio tra questa opera d’arte gli artisti di oggi». La bellezza e la suggestione dell’animazione di Greenwaway, capace di regalare una dimensione in più all’affresco leonardesco hanno spinto il direttore della Pinacoteca di Brera, Luisa Arrigoni, a chiedere al regista di esprimersi sullo Sposalizio della vergine di Raffaello, attualmente in restauro. «Il quadro è troppo piccolo - replica il regista - e poi è troppo “statico“, per poter realizzare una performance del genere è necessario che la tela di sia più grande e soprattutto sia più “cinematografica“. L’operazione però sarebbe servita per valorizzare anche Brera. Mi piacerebbe moltissimo, invece, esprimermi sul Giudizio Universale di Michelangelo, mentre presto lavorerò sulla copia delle Nozze di Cana alla Fondazione Cini di Venezia».
La meraviglia dello spettacolo di Greenaway non spegne le polemiche con l’ex assessore alla Cultura Sgarbi e da ieri neo sindaco di Salemi, che attacca: «Sarebbe interessante che chi vuole potessero vedere le illuminazioni di Greenaway per molti mesi a venire. Questa assurda limitazione che è una menzogna contro la verità e la civiltà - ha detto riferendosi al fatto che la proiezione si sia potuta ammirare solo ieri sull’originale per un evento rigorosamente a inviti - è stata, da parte dei responsabili del Cenacolo, una grande apertura al progetto e una cultura oscurantista, rappresentata in questo caso dal sovrintendente su possibile danno delle luci che, invece, non danneggiano assolutamente nulla. Chiederò per questo motivo di mantenere lo spettacolo non soltanto oggi».
Il ministro Bondi gioca di sponda: «Sono convinto, come Vittorio Sgarbi, che si deve fare ancora di più per rendere fruibile questo spettacolo al numero più vasto possibile di cittadini. Io però mi accontenterei di questa serata che è già un passo avanti - ha aggiunto il ministro .- Certo che si poteva fare prima». Bondi è rimasto colpito dall’animazione del regista britannico e dalla sua capacità di far vivere il Cenacolo, di animarlo al punto che sembra di sentire i discepoli parlare. «Il legame tra capolavori e artisti contemporanei è importante per farla amare l’arte e per farla comprendere meglio». «Se Leonardo vivesse nel nostro tempo, impavido, temerario e sperimentatore infaticabile, senza alcun dubbio - scrive Peter Greenaway nell’opuscolo - utilizzerebbe le tecnologie visuali più evolute, cercando di spingerne i confini sempre oltre il conosciuto con tutto l’entusiasmo della sperimentazione».


I milanesi, tutti o quasi, che non fossero stati invitati nel convento di Santa Maria delle Grazie, però non disperino: Greenaway vi invita al suo desco, alla sua Ultima cena fino al 6 settembre a palazzo Reale (lunedì, martedì, mercoledì e domenica dalle 14,30 alle 19,30, giovedì, venerdì e sabato con orario prolungato fino alle 22,30).

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