da Roma
Per la prima volta, nel febbraio scorso, i prezzi record del petrolio hanno provocato una contrazione dei consumi di benzina: secondo la Fegica-Cgil, unorganizzazione sindacale dei gestori dei distributori, il calo delle vendite di benzina sarebbe stato pari al 9%. Nel bimestre gennaio-febbraio, il calo complessivo delle vendite di carburante sarebbe stato pari al 2,5-3%.
I dati dellUnione petrolifera sono meno allarmanti, tuttavia confermano il calo nei consumi della benzina (-2,1% nel bimestre, pari a 19mila tonnellate in meno). Solo grazie al gasolio (+7,7%), i consumi complessivi di febbraio sono cresciuti dell1,6%, aggiungono i petrolieri.
È tuttavia evidente che, con i prezzi del greggio che sono a un passo dai 110 dollari al barile, i consumi non potranno che contrarsi. Lo conferma la Iea (Agenzia internazionale per lenergia) nellultimo rapporto mensile: i prezzi superiori ai 100 dollari, insieme con il rallentamento della crescita economica nei Paesi industrializzati, stanno riducendo i consumi di petrolio. La domanda, invece, rimane sostenuta in Cina e in Medio Oriente ed è «improbabile», aggiunge lagenzia, che le quotazioni possano tornare ai livelli visti allinizio del decennio.
In Italia, oltre al calo dei consumi di benzina, il caro-greggio sta producendo aumenti delle tariffe di elettricità e gas. Secondo il presidente dellautorità dellenergia, Alessandro Ortis, «non cè dubbio, visto il livello raggiunto dal petrolio, che si imporrà una riflessione sulle tariffe: se aumentano le pressioni internazionali - dice Ortis - si ha un impatto sulla bolletta». Lautorità renderà noti gli aumenti tariffari a fine marzo.
Dopo aver sfiorato i 110 dollari, il greggio ha oscillato ieri intorno ai 109 dollari al barile. La casa Bianca ha espresso preoccupazione per landamento del mercato. «Sul prezzo del petrolio è in corso una grande speculazione mondiale», ha commentato il presidente della Confindustria, Luca di Montezemolo.
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