Cultura e Spettacoli

IL «GT RAGAZZI» ROVINATO DAGLI SMS

Se vanno in onda programmi televisivi che iniziano male, con il piede sbagliato, non miglioreranno. Se invece partono bene, peggioreranno nel corso degli anni. Detta così sembra una nuova legge di Murphy applicata al video, ma in realtà questo è successo al Tg3 Ragazzi, che si chiama più precisamente Gt Ragazzi (anche se non si è mai capito bene perché) e che va in onda dal lunedì al venerdì su Raitre alle 16,15. Fino all’anno scorso era l’unico telegiornale su cui non si trovava nulla da obiettare o da criticare. Linguaggio semplice, grande attenzione nell’uso delle parole, una precisa volontà di farsi capire con chiarezza come spesso non succede nei tiggì rivolti agli adulti, assenza di condizionamenti politici, qualche trovata pragmaticamente intelligente (la visualizzazione immediata, su apposite cartine, di tutti i luoghi geografici citati), un sommario di notizie che alternava con molto buon senso lo spazio da dedicare all’attualità ad altri argomenti curiosi o adatti ai giovanissimi. Non che da quest’anno tutto ciò sia cancellato con un colpo di spugna. Però i curatori della trasmissione hanno avuto una pensata assai opinabile, di quelle che compromettono senza volerlo tutte le buone intenzioni pregresse e quelle futuribili. Hanno aperto il telegiornale agli sms, e fanno scorrere in sovrimpressione i messaggini dei ragazzi che, neanche si trovassero al cospetto di una tivù privata giovanilista, riempiono il video di appelli quali: «Antonio io ti amo ma tu fai finta di niente!», oppure: «Giulia sei l’aria della mia vita», o ancora: «Siete forti voi del Gt, ma potete per favore mandare in onda un servizio sul mio idolo Valentino Rossi?». Ecco come rovinare un buon telegiornale. Dovrebbe infatti essere chiaro a tutti che lo scorrere in sovrimpressione dei messaggini distoglie l’attenzione di chi sta guardando un programma nato con il preciso e doveroso intento di farsi seguire dai ragazzi, dando loro un’informazione quanto più utile e adatta alla loro età. Dove va a finire tutta la cura per il linguaggio, il taglio dei servizi, la scelta degli argomenti, la sensibilizzazione su temi sociali importanti fin dalla giovane età (risparmio energetico, riciclaggio delle materie prime, rispetto per l’ambiente e per gli animali), se l’occhio dei ragazzi scivola presto e poi si trattiene inevitabilmente sull’happening banalotto dei messaggini telefonici? Questo genere di trovata è meglio lasciarla alle trasmissioni musicali, o ai contenitori televisivi che sono sorti con tutt’altre intenzioni rispetto a quella di informare.

Avanti di questo passo il telegiornale dei ragazzi si troverà di fronte a un bivio, ammesso che non lo sia già: o tornare a privilegiare le notizie, o perdersi nella deriva degli sms.

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