Il Guardasigilli che si vantava «Sono il Moggi della sinistra»

Anna Maria Greco

da Roma

Dopo 40 giorni di «tira e molla», Clemente Mastella ha perso un chilo ma ha vinto la sua battaglia. Ha un ministero di peso per il «suo» centro, quello dell’Udeur. La Giustizia non era proprio quello a cui puntava, perché ha lottato con i denti per la Difesa. «Sono finito dove non pensavo», ammette. Ma essere Guardasigilli non è di poco conto, anche se «il re di Ceppaloni» sa bene che la successione di Roberto Castelli non era tanto ambita perché, con i magistrati sul piede di guerra, è una bella gatta da pelare. E infatti, arriva subito l’avvertimento dell’Anm: «Sospenda la riforma dell’ordinamento giudiziario».
Lui si è battuto per far «pesare il centro» nell’Unione, fino a minacciare l’appoggio esterno al governo Prodi e alla fine l’ha spuntata. Dopo il giuramento ringrazia il neopremier per il «riconoscimento politico» ai moderati del Campanile e da meridionale fa le corna per augurare lunga vita al governo Prodi. Poi fa sapere di aver pregato prima dell’incarico, da buon cattolico. «Lo meritava, farà benissimo», commenta la moglie Sandra.
Sessant’anni nel 2007, laureato in Lettere e filosofia, giornalista Rai, deputato da 30 anni, passato al Senato alle ultime elezioni e sindaco della natìa Ceppaloni, dell’etichetta di «voltagabbana» Mastella non si preoccupa: ha seguito un suo disegno quando fondò nel ’94 il Ccd con Pier Ferdinando Casini, facendo poi il ministro del Lavoro nel primo governo Berlusconi e quando nel ’98 volle la scissione del partito e passò all’altro polo, creando l’attuale Udeur.
L’ex braccio destro di Ciriaco De Mita non si nasconde il peso «gigantesco» delle difficoltà da affrontare a via Arenula, dove stamattina ci sarà il cambio della guardia. Riconosce che «forse altri avevano più requisiti», prima che il suo predecessore Castelli ironizzi: «Vedremo se alla Giustizia sia meglio un ingegnere o un laureato in lettere». Ma lancia messaggi rassicuranti: punta al dialogo e alla mediazione, vuole «superare l'incomunicabilità tra i poteri dello Stato» con una «opera di riconciliazione». Troppo presto per sbilanciarsi sulla grazia a Sofri e Bompressi o sulla contestata riforma, che alcuni togati del Csm gli indicano come il «male» più urgente da affrontare. D’altronde, il programma dell’Udeur auspica, ad esempio, una più netta separazione di funzioni tra giudici e pm. Per ora le toghe, liete per lo scampato pericolo Pisapia, e gli avvocati sembrano dargli credito e qualche apprezzamento viene pure da Forza Italia. Per uscire indenne dall’impresa Mastella conta sulle sue qualità di politico di lungo corso.

Nel 2000 si definì «il Moggi del centrosinistra», paragone che forse adesso non gli farà piacere ricordare. Il neoministro annuncia che affronta l’impegno con «la massima serenità e la massima spontaneità». «Perché - dice - sono fatto così».

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