Guerra a casa Agnelli. Gli eredi a Margherita: totale disaccordo

Pubblica la lettera senza firme di Andrea e degli Elkann. Disaccordo per la citazione in giudizio della madre Marella, Gabetti e Grande Stevens per il "rendiconto" dell’eredità

Guerra a casa Agnelli. Gli eredi 
a Margherita: totale disaccordo
Milano - «Il tuo attacco nei confronti di tua madre e di persone che da anni collaborano con noi, che godevano della piena fiducia di tuo padre e che godono della nostra piena fiducia, ci trova in completo disaccordo. Teniamo a farti sapere che nessuno di noi condivide la tua posizione». Questo il testo della lettera di dissenso scritta da gran parte delle famiglie Agnelli e indirizzata a Margherita de Pahlen, figlia ed erede dell’Avvocato, che ha chiesto conto dell’eredità ai due fiduciari Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens, che è stata resa pubblica ieri dall’agenzia Ansa.

Il passaggio chiave è quando si legge di «completo disaccordo» con Margherita in merito alla decisione di citare in giudizio la madre Marella, il presidente dell’Ifil, Gabetti, e l’avvocato Grande Stevens, per ottenere il «rendiconto» dell’eredità. Tuttavia alla lettera mancano alcune firme di famiglia. I figli del primo matrimonio di Margherita, John Elkann (l’«erede» designato a capo del Gruppo) e il fratello Lapo non l’hanno sottoscritta. Una decisione che, secondo fonti vicine alla famiglia, sarebbe stata presa per non creare ulteriori polemiche dopo le critiche all’iniziativa della madre già espresse a suo tempo (John si disse «addolorato come figlio»). Inoltre la missiva non è stata firmata nemmeno dal ramo che fa capo ad Andrea Agnelli, figlio di Umberto, fratello dell’Avvocato.

A sottoscriverla, invece, tutti gli altri, che fanno capo alle zie di Margherita e sorelle di Gianni Agnelli, Maria Sole (ramo Teodorani Fabbri), Susanna (Rattazzi),

Cristiana (Brandolini d’Adda) e Clara (Fürstenberg) e ai Nasi (rami Camerana e i Ferrero di Ventimiglia). Sono questi i soci della società «in accomandita che detiene le redini della Fiat, da cui Margherita è uscita nel 2004.

Proveniente da Roma, la lettera è, come si vede, molto breve, ma secca: vengono dati quindi due messaggi: l’operato di Gabetti e Franzo Grande Stevens è stato assolutamente corretto e quindi l’accordo sull’eredità ha rispettato i voleri dell’Avvocato Agnelli. Restano però due «anomalie». La prima è che fino a ieri sera - secondo quanto risulta al Giornale - Margherita de Pahlen non aveva ricevuto alcuna lettera. La seconda è che in ogni caso Margherita non ha ancora ricevuto il rendiconto dell’eredità richiesto da anni. Né con questa lettera si muovono i termini della questione sollevata dall’unica figlia vivente. dell’Avvocato.
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